Emanuela Fontana
da Roma
Limpennata degli arrivi clandestini dal Marocco è unemergenza. Il flusso verso la Spagna si sta riversando in maniera preoccupante sullItalia. Lallarme laveva lanciato il ministro Beppe Pisanu in Consiglio dei ministri, giovedì. E ieri Gianfranco Fini ha convocato con urgenza alla Farnesina lambasciatore di Rabat, Tajeddine Baddou. Il vicepremier ha espresso al rappresentante del governo marocchino in Italia «la più viva preoccupazione del governo italiano per il forte aumento, registrato negli ultimi due mesi, dellimmigrazione clandestina dal Marocco verso lItalia», un flusso passato nel giro di poche settimane dal 2,4% al 32,4% degli arrivi totali dei clandestini nel nostro Paese. E ha chiesto la «massima collaborazione» delle autorità del Paese nordafricano per intervenire sul fenomeno appena esploso. Fini ha anche chiarito a Baddou che lItalia si appellerà allUnione Europea, e in particolare a quanto definito dal Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre sullimmigrazione, per ottenere «attraverso questo ulteriore canale una cooperazione piena ed efficace del Marocco, come degli altri Paesi interessati».
La situazione dei flussi «desta ancor maggior preoccupazione si legge nella nota del ministero degli Esteri - se si considera che le condizioni meteorologiche più favorevoli dei prossimi mesi potrebbero trasformare il fenomeno in vera e propria emergenza».
«Non è accettabile», aveva detto giovedì in Consiglio dei ministri Pisanu, che questa emergenza si scarichi soltanto sullItalia o sulla Libia. La ragione dellinversione dei flussi, secondo il titolare dellInterno, è dovuta a quanto avvenuto al confine tra Spagna e Marocco, dove il governo spagnolo ha elevato la recinzione e reso quasi impossibile il passaggio: «Dopo i sanguinosi episodi di Ceuta e Melilla e il rafforzamento della doppia barriera di filo spinato posta a difesa delle due città, buona parte dei tradizionali flussi migratori clandestini del Marocco e della Spagna si è riversata sullItalia attraverso lAlgeria e la Libia». Tra novembre e dicembre il flusso «è raddoppiato rispetto allanno scorso, nonostante il cattivo tempo e il forte contrasto operato dalla Libia». Pisanu ha quindi già chiesto una cooperazione internazionale su larga scala: «Per fronteggiarla dovranno attivamente impegnarsi anche gli altri Paesi del Maghreb, primo fra tutti il Marocco, e la Spagna. Ma, soprattutto, occorre che si impegni concretamente lUnione Europea, tenuto conto che per molti migranti lItalia è solo un Paese di transito verso il resto dEuropa». In primavera ci si potrebbe trovare di fronte «a una vera e propria emergenza». E per quel periodo sarà «indispensabile poter contare sulla piena collaborazione del Marocco che, peraltro, beneficia di aiuti europei».
La collaborazione a livello di Ue è in questo momento importantissima, ha sottolineato il commissario Franco Frattini in unintervista di ieri al quotidiano Berliner Zeitung: «Senza un impegno comune europeo non si può risolvere il problema - ha ribadito Frattini -. Se i Paesi membri dellUnione dovessero rifiutare la collaborazione noi saremmo inondati da un flusso enorme». Lobbiettivo «naturale» per chi abita nei Paesi poveri del Nordafrica, ha chiarito lex ministro degli Esteri, «è lUnione Europea». Sulla sponda meridionale del Mediterraneo «vivono oltre un miliardo di africani, molto poveri e disperati, pronti a trasferirsi a nord e a rischiare per questo la loro vita».
Il governo marocchino ha recentemente dichiarato di aver intercettato durante il 2004 oltre 26mila tentativi di immigrazione e che lo scorso anno le autorità hanno smantellato 423 organizzazioni dedite al traffico di esseri umani. In appena sei giorni, dall8 al 14 dicembre di questanno, 211 marocchini sono invece stati fermati dalle forze dellordine mentre tentavano di imbarcarsi clandestinamente. Nel 2005 oltre 380 organizzazioni criminali leader nel traffico di uomini e donne verso la Ue sono state debellate dal governo, ha chiarito allinizio del mese il ministro degli Interni del Paese maghrebino, Al Mustapha Sahel.
Ma chi non riesce a passare sotto il filo spinato di Melilla, come hanno fatto giovedì sette immigrati sfuggiti ai controlli, a quanto pare si sta orientando verso le coste italiane. I dati del Viminale parlano chiaro. La barriera è stata alzata in alcuni punti di sei metri dopo gli assalti disperati dello scorso ottobre.
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