Da alcune settimane gli oncologi italiani hanno a disposizione un nuovo farmaco per la cura del tumore al polmone non a piccole cellule, una forma specifica di neoplasia che rappresenta l80 per cento di questa patologia. Con una pillola si può ora sostituire la chemioterapia, risparmiando così al paziente gli effetti collaterali ad essa associati. Si tratta di un farmaco altamente innovativo, frutto di ricerche durate quasi 15 anni nei laboratori di AstraZeneca.
Ne parliamo con il dottor Nicola Braggio, presidente e amministratore delegato di AstraZeneca Italia e membro del Comitato di presidenza di Farmindustria. Braggio, medico, nato a Torino, prima di assumere questo incarico un anno fa in AstraZeneca, ha diretto prima a Budapest, poi a Istanbul la consociata ungherese e quella turca.
AstraZeneca, società anglo-svedese, è tra le prime industrie farmaceutiche al mondo con un volume di affari di 32,8 miliardi di dollari e oltre 62mila addetti, di cui 11mila impiegati nella ricerca nei 17 Centri di eccellenza in Inghilterra, Stati Uniti e vari altri Paesi. In ricerca e sviluppo, nel 2009, sono stati investiti a livello globale 4,3 miliardi di dollari.
«La nuova molecola, gefitinib - precisa il dottor Nicola Braggio - colpisce selettivamente le cellule tumorali che presentano uno specifico biomarcatore (con mutazione del recettore EGFR). É la prima terapia mirata (target therapy) impiegabile, già dalla prima linea di trattamento, in alternativa alla chemioterapia. Questa nuova opzione terapeutica, somministrabile per via orale, offre una maggiore efficacia e costituisce un significativo miglioramento della tollerabilità, della compliance e della qualità di vita dei pazienti. La ricerca del biomarcatore permette di individuare preventivamente i pazienti che risponderanno al trattamento personalizzato». Si evita, così, di somministrare cure inefficaci, come accade in più del 50% delle terapie non personalizzate, e si ottimizzano i costi del sistema sanitario.
«Al fine di facilitare la verifica diagnostica della mutazione del recettore EGFR, AstraZeneca supporta lo sviluppo di una rete di laboratori idonei e qualificati: 50 sono già in grado di eseguire il test, altri arriveranno».
Nei numerosi laboratori di ricerca (tra i quali quello di Boston, dove sono impegnati ricercatori di 40 diverse nazionalità ) si stanno mettendo a punto numerose altre molecole innovative. Oltre all'oncologica, la ricerca AstraZeneca è allavanguardia in numerose aree della medicina: da quella cardiovascolare alla metabolica, dalle malattie infettive al sistema nervoso centrale. Nel 2009, AstraZeneca ha condotto in Italia 55 progetti di ricerca clinica in 700 centri, oltre a numerosi studi di base, tra i quali uno in collaborazione con lIstituto Superiore di Sanità che sta valutando l'utilità di esomeprazolo nella cura del melanoma.
«Stiamo per presentare afferma Braggio due nuove molecole orali per la cura del diabete in collaborazione con BMS. La prima, che appartiene alla famiglia delle incretine, arriverà in Italia nel mese di settembre: oltre a controllare la glicemia a digiuno, è efficace nei picchi glicemici post-prandiali e nel mantenere bassi i livelli dellemoglobina glicata. La seconda molecola, con meccanismo innovativo (elimina gli zuccheri per via urinaria) arriverà tra circa due anni. A fine 2011 metteremo a disposizione dei pazienti un innovativo antiaggregante piastrinico, utile nella prevenzione delle sindromi coronariche acute (come l'infarto miocardico): tale farmaco, un vero salvavita, ha già dimostrato in una sperimentazione su 18mila pazienti di ridurre la mortalità cardiovascolare. Sempre nel 2011, sarà disponibile una combinazione di antinfiammatorio ed esomeprazolo, utile per i pazienti con malattie osteoarticolari che soffrono di dolori cronici: questo farmaco ha una forte azione antidolorifica associata a gastroprotezione». Nell'area del sistema nervoso centrale, AstraZeneca è impegnata in ricerche per la cura dellAlzheimer, mentre in quella delle patologie infettive ha intensificato gli investimenti, acquisendo Novexel.
«Siamo innovativi - conclude Braggio - ed abbiamo lorgoglio di partecipare allo sviluppo delle conoscenze ed al miglioramento della qualità di vita di migliaia di pazienti». La medicina personalizzata lascia il mondo dei sogni per entrare nella realtà.
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