Le Maison, da alcuni anni, privilegiano lo sviluppo di collezioni preesistenti, in luogo di vere e proprie novità. Quando, però, l'ispirazione proviene dalla storia, richiamata da modelli di 50 o 60 anni or sono, la reinterpretazione in chiave moderna comporta una delicata alchimia tra fedeltà assoluta all'originale e definizione di modifiche conseguenti a nuove tecnologie, materiali innovativi e grafica aggiornata, nel rispetto di un imprescindibile DNA di fondo. naturale, poi, che quando la creatività non è libera di spaziare, ma è racchiusa in precisi confini, perde buona parte della sua valenza, che deve essere riconvertita efficacemente nel dettaglio, nella finitura, nell'adattamento funzionale.
Operazione evidente, questa, nel caso in cui ci si trova a differenziare, anno dopo anno, una collezione relativamente giovane della quale si sta costruendo l'awareness e su cui la fidelizzazione è ancora in corso.
L'Octo di Bulgari ne è un esempio calzante e, a Baselworld, la Casa romana ne ha presentato l'ennesimo esercizio di sfaccettatura armonizzata su di uno spessore ridottissimo, ottenendo il quinto record mondiale del suo luminoso percorso: il movimento del nuovo Cronografo GMT Automatico, in titanio da 42 mm, è di soli 3,3 mm il secondo fuso è posto al 3 -, tradotto nei 6,9 mm di altezza della cassa. Il quindicennio 1954-1969 si rivive nel Tudor Black Bay Bronze da 43 mm, con quadrante grigio ardesia, automatico di manifattura (certificato Cronometro), ispirato dal primo modello subacqueo della Casa, l'Oyster Prince Submariner del 1954 e integrato da dettagli del quadrante propri di quell'epoca e dalle lancette «snowflake» del 1969. Ancora storia pura con TAG Heuer, che ripropone l'Autavia (presentato nel 1962) con la cassa tonda (in acciaio da 42 mm) della «prima generazione» e corona «suggerita» dagli orologi da pilota degli anni '60, integrato, nel Calibre 5 automatico (certificato COSC), dalla spirale in carbonio, introdotta dalla Casa all'inizio di quest'anno, e denominato, per questo, Isograph.
Sono 80, invece, gli anni celebrati dall'Oris Big Crown Pointer Date, presentato nel 1938, con corona sovradimensionata per favorire la sua regolazione con i guanti indossati dai piloti, e realizzato, oggi, in bronzo da 40 mm, con quadrante verde, fedele nel riproporre il datario periferico, la scala a chemin de fer e la numerazione araba dell'originale.
Infine, il Breitling Navitimer 1 Automatic 41, certificato Cronometro, è ultimo erede di un modello del 1952: in acciaio da 41 mm, l'immancabile regolo calcolatore sul rehaut, gestito dalla lunetta girevole bidirezionale, incornicia un look contemporaneo, fortemente ispirato agli iconici Navitimer, ref. 806 e ref. 66.FRin
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