«Nuova vita per Immobiliare Lombarda»

Il gruppo Ligresti riorganizza il proprio patrimonio immobiliare. È la «fase due» dell’operazione che ha portato, nel gennaio 2008, al ritiro dal listino di Borsa di Immobiliare Lombarda, che era controllata da Fondiaria Sai con il 60,1%; dopo alcuni conferimenti e l’Opas lanciata sul mercato, la presa del gruppo su ImLo era salita al 100%, per il 61% in capo a Fonsai, per il rimanente 39% a Milano Assicurazioni. Oggi il riordino prevede la scissione del patrimonio di Immobiliare Lombarda, che ha un valore di libro di 676 milioni, e il suo trasferimento alle due società azioniste. L’operazione avviene attraverso due società-veicolo che poi saranno incorporate da Fonsai (cui andrà una quota pari a 409 milioni) e da Milano (242 milioni, mentre 25 resteranno a Imlo); e ha come scopo l’ottimizzazione del patrimonio immobiliare, che andrà ad arricchire le riserve tecniche delle due società assicurative.
L’operazione è neutra dal punto di vista fiscale, permette di non perdere i crediti d’imposta, e non ha un impatto patrimoniale sulle società quotate, poichè l’acquisizione degli immobili avviene attraverso l’annullamento di azioni. Gli immobili vengono «portati a monte», e cioè nel portafoglio delle compagnie dove si crea la generazione di cassa, per favorire investimenti, progetti, acquisti. Ma che cosa diventa Immobiliare Lombarda «svuotata» di gran parte del suo patrimonio? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Talarico, amministratore delegato della società. «Sarà una società specializzata nella fornitura di servizi inerenti la gestione e lo sviluppo di patrimoni immobiliari sia del gruppo che di terzi, aperta a realizzare alleanze commerciali con altri operatori immobiliari con cui accrescere la sua presenza nel settore».
Qual è la logica del progetto?
«Valorizzare esperienze e competenze acquisite in anni di lavoro. Finora Immobiliare Lombarda gestiva e valorizzava solo gli asset del gruppo, ora lo farà anche per terzi».
Quali sono le prospettive?
«Abbiamo trattative in corso per la fornitura di servizi a grandi proprietari, ed entro il 2012-2014 contiamo di gestire un patrimonio di 15 miliardi: oltre ai 4 del nostro gruppo, gli altri saranno di importanti iniziative di sviluppo (vedi Garibaldi-Repubblica e CityLife), e di un gestore italiano di fondi immobiliari con il quale stiamo trattando in queste settimane. Saremo di gran lunga i leader del settore. La società oggi mantiene intatto il suo organico di 140 persone, con quattro sedi, e in prospettiva è destinata a crescere».
Avete già un business plan?
«Oggi i ricavi di gestione sono di 36 milioni all’anno sui 3,2 miliardi di patrimonio immobiliare del gruppo Fondiaria, al netto dei circa 650 milioni fino a oggi di proprietà di Imlo. Con un portafoglio di 15 miliardi, è facile intuire che i ricavi cresceranno di conseguenza».
A ImLo apparteneva anche la quota di Igli, la cassaforte di Impregilo.
«La partecipazione sarà divisa tra Fonsai e Milano in parti uguali. Il patto di sindacato in Impregilo è stato appena rinnovato per un anno, sostanzialmente alle condizioni precedenti».
Impregilo oggi è impegnata su fronti importanti.


«Tra breve sarà assegnata la gara, cui partecipiamo, per il nuovo canale di Panama, opera da 3,7 miliardi di dollari; siamo arrivati secondi per l’aggiudicazione della metropolitana di Tripoli, ma non è detto che la partita sia chiusa. Quanto al Ponte di Messina, abbiamo firmato il contratto per la progettazione esecutiva e il Cipe ha messo a disposizione 1,3 miliardi: nella primavera del 2010 saranno aprirti i cantieri».

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