Nuove idee per il Salone italiano

In questo periodo mi è capitato di girare l'Italia e incontrare molti operatori del mondo dell'auto. I sentimenti prevalenti sono un grande senso di frustrazione per il totale disinteresse del governo al settore dell'automobile, la mancanza di entusiasmo che è una delle grandi forze che hanno determinato lo sviluppo nel nostro Paese, sfociato ormai in un'area di depressione che condanna all'immobilismo e all'incertezza. Il governo attuale aveva parlato di due scenari, entrambi strategicamente irrinunciabili, ovvero rigore con riforme adeguate e sviluppo anch'esso fondato su riforme, ma anche su innovazione e grande impegno dell'esecutivo. Se il calendario sarà confermato, le Camere si scioglieranno a gennaio e il governo si dedicherà solo all'ordinaria amministrazione.
In questo quadro, si pone il Motor Show di Bologna del 2012 e il tema, viste le defezioni di molte case automobilistiche, è se questo evento avrà un futuro oppure no. L'intuizione originaria, di parecchi anni fa, di Alfredo Cazzola, portò ad un modello economicamente sostenibile, che fondava le radici su un rapporto automobile/mercato, fondi di marketing delle case automobilistiche e Saloni nazionali e internazionali, profondamente diverso.
Negli anni, il Motor Show ha rinnovato se stesso, ma sostanzialmente, il modello è sempre quello impostato da Cazzola. Il peso del nostro Paese, sia come produttore sia come livello di mercato, e la cosa dispiace non poco, è andato drammaticamente diminuendo negli ultimi anni, nel quadro europeo e mondiale. Provoca disappunto che l'Emilia, terra razionale e passionale allo stesso istante, che ha creato e ancora gestisce dei miti che sono il punto di riferimento del settore automobilistico, possa correre il rischio di vedere annullata la sua grande festa di inizio dicembre di ogni anno, ma, d'altra parte, non ho mai visto vendere prodotti che hanno difficoltà a incontrare la domanda del mercato.
La Gl events ha rappresentanti di grande esperienza e di grande capacità nel nostro Paese e sta a costoro, se ancora possibile, elaborare un modello che incontri le esigenze del mercato, le esigenze dei costruttori e le disponibilità di budget che il marketing delle case automobilistiche ha contratto in maniera irreversibile.

È fortemente auspicabile che la «creatività» del Motor Show, trovi il modo di rinnovarsi, per ristabilire un'affinità con i costruttori, e non soccombere ai grandi Saloni istituzionali europei.
*Presidente di Areté Methodos