«Nuovi spalloni? Donne. Col push up pieno di soldi»

È la punta dell’iceberg Il grosso va via internet

ComoUna quarantenne, aria insospettabile, ben vestita, auto sportiva: «Nulla da dichiarare». Ma al fianco del militare al valico di Como-Brogeda c'è il labrador Zeb, un «cash-dog», cane-fiuta-soldi arruolato nelle fiamme gialle al confine con la Svizzera, che comincia ad abbaiare. la donna viene fatta scendere dalla macchina e accompagnata negli uffici della dogana. «Sottoposta a una perquisizione, scoprimmo che aveva il reggiseno push up imbottito di banconote e nella suola delle scarpe aveva occultato altri contanti». In totale quel trafficante in tacchi e minigonna stava portando fuori dall'Italia una somma complessiva di 65 mila euro.
L’avvenente quarantenne è uno dei tanti «spalloni» di valuta, ma ce ne sono anche di oro e gioielli, che con cadenza pressoché settimanale, vengono bloccati dalla Guardia di finanza lungo una delle principali vie di collegamento fra Italia e Svizzera, l'autostrada Milano-Como-Lugano: scovati in media 45 mila euro al giorno in fuga dall'Italia. Un fiume di soldi che però, secondo le fiamme gialle di Como, non sarebbe che la punta dell'icerberg, perché l'export avviene sempre più online.
Eppure, nonostante il salto tecnologico e informatico, gli spalloni non tramontano mai. Una volta, diretti in Svizzera, si arrampicavano lungo i sentieri di montagna e scavalcano la frontiera di notte con le bricole in spalla cariche di banconote. Poi tornavano al di qua del confine carichi di sigarette. Oggi, che questa immagine del trafficante-contrabbandiere, appartiene alla letteratura e al cinema, lo spallone viaggia in auto («Di solito un'utilitaria, perché da meno nell'occhio»), ha un'età media attorno ai 45 anni, è di solito un uomo, veste in giacca e cravatta. «Dove nasconde i soldi? La valigette con doppiofondo, un classico- raccontano i finanzieri-. Altre volte invece il denaro viene occultato in un doppiofondo del bagagliaio, dentro i sedili, o nel vano motore.

Se colti in flagrante, di solito ammettono le proprie responsabilità senza tante scuse. Anche perché coi cani-fiuta-soldi e l'autovelox fiscale, l'apparecchio che registra la frequenza di quante volte un’auto passa dalla frontiera, andiamo quasi sempre a colpo sicuro».

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