Il nuovo 118 in mano a Bresciani

«L’azienda è il miglior strumento di governo per il servizio di emergenza-urgenza». Parola di Luciano Bresciani. Cambio di assessore, cambio di vedute. Sulla questione del servizio 118, il neo assessore lombardo alla Sanità la pensa in modo diametralmente opposto rispetto al suo predecessore Alessandro Cè che è arrivato addirittura a rassegnare le dimissioni temendo la privatizzazione del servizio. «Il centro di coordinamento - sostiene Bresciani - era debole e va reso omogeneo il sistema. Ora rafforzeremo la struttura e raggiungeremo una maggior equità nel servizio». Proprio a lui il presidente Roberto Formigoni ha affidato il coinvolgimento delle società no profit nel progetto. Che, si ribadisce, non significa privatizzare, come Cè temeva, ma semplicemente «migliorare il servizio» e coinvolgere nuovi soggetti sotto il controllo regionale. Nella sua prima settimana da assessore, Bresciani si trova a fianco di Formigoni anche nell'affrontare questioni delicate, come quella del falso documento circolato nelle Asl con cui si comunica la gratuità del vaccino anti meningite per i bambini al di sotto di tre anni. «Qualcuno si è preso la briga di costruire un falso. Regione Lombardia - precisa Formigoni - è parte offesa ed è stato creato un grosso danno anche ai cittadini». Bresciani dà un parere medico: «Non è evidente l'efficacia della vaccinazione. Dobbiamo essere certi che ci sia beneficio». Il provvedimento fasullo circolato non è altro che una bozza su cui si stavano avanzando delle ipotesi. La battaglia sanitaria della Regione va avanti anche su un altro fronte: quello delle risorse.

Prende sempre più piede l'ipotesi di un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto salva deficit voluto dal Governo. «Ci sembra - spiega Formigoni - non si rispettino né l'obbligo delle Regioni di non contrarre debiti, né il principio di uguaglianza dei cittadini».

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