RomaPochi graffi sulla porta di un noto locale sono bastati a causare una ferita profonda allinterno della comunità gay romana. Lo sapevano bene i teppisti, che ieri allalba hanno preso di mira la discoteca Qube, in via del Portonaccio. Erano perfettamente coscienti che unintimidazione avrebbe messo in allarme gli ambienti omosessuali della capitale.
Quello di ieri mattina non è il primo episodio che prende di mira lesbiche, gay e transessuali, ma lultimo anello di una catena di violenze e aggressioni che ha avuto unescalation durante lestate. A dare lallarme al centralino dei carabinieri è stato un passante, che ha visto poco prima delle 7 due persone, a bordo di una moto, mentre versavano una bottiglia da un litro e mezzo di benzina davanti alla porta della discoteca, che il venerdì sera ospita Muccassassina, la più famosa festa lgbt. Poi i due teppisti, che indossavano il casco, sono fuggiti facendo perdere le tracce. Per fortuna in quel momento il locale era vuoto e lincendio ha soltanto annerito il portone del locale.
Gli investigatori dellArma dopo i rilievi della scientifica hanno cercato, attraverso le parole del testimone, di ricostruire le fasi della vicenda. Sul posto è stata trovata la bottiglia vuota e un sasso piuttosto grande, probabilmente usato per cercare di sfondare la vetrata allingresso del Qube, nella speranza far penetrare la benzina allinterno. La procura ha già aperto un fascicolo contro ignoti. Già il 26 agosto scorso, purtroppo, il Qube era stato obiettivo di un analogo attentato. La notte del 19 agosto era stato picchiato un cantautore, Emilio Rez, mentre tornava a casa e il 22 era toccato a una coppia di omosessuali alluscita dal Gay Village.
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