«Il nuovo commissario Expo? Non spasimo per avere rogne»

«Fino al 30 giugno c’è la Moratti. Non c’è fretta per decidere sul nuovo commissario. Possiamo arrivare anche al 15 luglio...». È chiaro che Roberto Formigoni non ritiene un’urgenza la nomina del commissario.
È rimasto sorpreso dalle dimissioni di Letizia Moratti?
«Era una delle possibilità. Era comprensibile che decidesse di rimanere, nessuno poteva impedirglielo, oppure di dimettersi. Con signorilità ha scelto questa strada».
La scelta migliore?
«Apre dei problemi. La figura del commissario è prevista, la Moratti lo era in quanto rappresentante del governo e il Bie ha sempre voluto un commissario governativo. Adesso il Bie premerà perché nominiamo il nuovo commissario».
Secondo lei un commissario è necessario?
«Ci sono questi vincoli giuridici. L’Expo è così complesso che può arrivare il momento in cui è necessario avere in mano strumenti e poteri straordinari per derogare a leggi ordinarie. È sempre meglio avere i poteri che non averli. Comunque ci ragioneremo. Io sono aperto a tutte le soluzioni, anche al fatto di non avere un commissario».
Si è parlato di lei come commissario. Si dice anche che sia un ruolo che finora ha portato molte rogne...
«Parlando con i miei collaboratori, mi è sfuggita questa espressione. È un ruolo delicato, impegnativo. Non spasimo affatto. Vedrò, valuterò, faremo una valutazione comune con Governo Provincia e Comune. La nomina tocca al governo, anche se spero che ci consulti. Può nominare un signore qualsiasi, non è necessario che sia Formigoni. Riflettiamo sui poteri che servono e poi sceglieremo la persona più adatta. E lo faremo con mente aperta».
Con la vittoria di Pisapia che cosa è cambiato per l’Expo?
«Mi auguro che ci sia la possibilità di una pienissima collaborazione con Pisapia e la sua amministrazione. L’obiettivo è fare l’Expo e farlo al meglio. Devo dire che i primi passi sono stati senz’altro positivi, visto che il nuovo sindaco ha condiviso con noi l’impostazione data sui terreni, la costituzione della newco e anche i tempi stretti in cui è stata realizzata».
Il referendum cambia qualcosa per il futuro dell’area?
«Sono temi che ormai sono già stati consegnati alla società che deve realizzarli, Expo 2015, e al suo ad Beppe sala. Sono stati temi lungamente discussi dai soci, ma il progetto è stato presentato anche al Bie che lo ha approvato».
E i cittadini che hanno chiesto di mantenere il parco?
«I referendum saranno un problema per l’amministrazione di Milano. Se posso essere sbarazzino, erano stati pensati per mettere in difficoltà la seconda giunta Moratti, sono improvvisamente diventati una difficoltà per la giunta Pisapia. Dopo aver alimentato il sacro fuoco referendario, adesso gli brucia i pantaloni. Vedo che da sinistra qualcuno dice che il parere dei cittadini sarà interpretato, vedremo che fare. Si immagini se il centrodestra avesse detto una cosa del genere!».
Le aree dei Cabassi saranno acquistate oppure no?
«Abbiamo messo nero su bianco il prezzo a cui rileveremo le aree e che loro le venderanno a noi e soltanto a noi e a quei prezzi lì. Poi le operazioni saranno perfezionate quando la newco sarà stabilizzata dal punto di vista della governance. Per ora c’è solo la Regione, ma il Comune ci ha detto sì. La Provincia non si sa. La Fiera aderirà con il conferimento delle aree di sua proprietà. La Camera di commercio ha già detto che non intende farne parte come Tesoro. È un peccato ma è così»
Sembra tutto ancora in alto mare...
«No, minimamente. Non siamo mai stati in alto mare. È più che legittimo che i soci riflettano e si confrontino.

Non mi sono scandalizzato che gli altri soci ci abbiano messo 11 mesi a studiare la mia proposta della newco, che era la migliore. Appena saranno entrati i nuovi soci, decideremo la governance e perfezioneremo l’acquisto aree. L’importante era presentarci martedì scorso al Bie con tutti questi contratti».

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