Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stimati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno
Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stimati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno

Il nuovo corso del gruppo Gavio, tra debiti ed eredi

DESIGNATO Beniamino, 44 anni, è il probabile nuovo numero uno. Ma c’è ancora qualche incognita

Hanno trascorso le feste di Natale assieme i quattro cugini Gavio, proprietari di un gruppo finanziario-industriale che comprende autostrade, imprese di costruzione, società elettriche e partecipazioni varie per un valore stimato che supera il miliardo e mezzo di euro? Difficile saperlo perché la tradizione di famiglia vuole che tutto avvenga dentro le pareti domestiche e nulla trapeli all’esterno: ai Gavio dell’immagine non è mai importato nulla; per loro, le agenzie di pr potrebbero chiudere i battenti oggi stesso. Pare che tra i cugini i rapporti non ci siano rapporti idilliaci e che i pareri siano discordi su due punti essenziali: che cosa fare in futuro del gruppo e, prima ancora di questo, a chi tocchi deciderlo, questo futuro.
Il problema è nato il 16 novembre scorso quando il fondatore, Marcellino Gavio, è mancato nella sua casa di Tortona all’età di 77 anni, lasciando due figli, Daniela e Beniamino. Pochi mesi prima era scomparso il fratello di Marcellino, Pietro, che lo aveva affiancato per quasi 60 anni nella sua fortunatissima, intensa (e talvolta disinvolta) avventura imprenditoriale. Anche lui aveva due figli, Raffaella e Marcello. Ecco dunque i quattro cugini nel giro di pochi mesi passare dal ruolo di rampolli dorati con tanti e remunerati incarichi nei consigli di amministrazione, a quello di persone che devono decidere, operare. Erano dei «bamboccioni», perché Marcellino era un accentratore che non lasciava spazio effettivo a nessuno, e ora sono diventati azionisti in prima linea cui si richiedono idee chiare e una strategia precisa. I quattro non sono in posizione di parità perché Marcellino aveva scelto l’erede, lo aveva designato. La capogruppo, la cassaforte cui fanno capo tutte le partecipazioni (più di 200 società tra controllate e partecipate) si chiama Aurelia e ha questa struttura azionaria: Beniamino ha il 28,1 per cento, mentre la sorella Daniela controlla il 21,2; l’altro ramo della famiglia possiede il 47,5 per cento (Raffaella il 23 e Marcello il 24,5). Il restante 2,1 è della vedova di Marcellino, Francesca Torti.
Quindi il successore è il figlio maschio del fondatore, un signore di 44 anni, da sempre nel gruppo con incarichi di primo piano ma - dice chi lo conosce - con un carattere molto diverso da quello del padre che alla determinazione ha sempre saputo unire astuzia e diplomazia. Sono doti, queste ultime, che sarebbero preziose in questo momento così difficile per il gruppo a prescindere dal nodo del passaggio generazionale. Le cose infatti non vanno a gonfie vele nelle società che fanno capo ad Aurelia, la crisi si è fatta sentire anche qui. Le principali attività sono nel settore autostradale (è il secondo gestore nazionale dopo Atlantia dei Benetton; controlla, per esempio, la Torino-Milano), delle costruzioni (ha un terzo di Impregilo assieme a Ligresti e agli stessi Benetton), è nella distribuzione dell’energia elettrica e ha molte partecipazioni finanziarie strategiche, da Mediobanca, a Generali, a Banca Passatore e Carige. Però l’utile netto della cassaforte nel 2008 è sceso a quota 75 milioni, 140 meno dell’anno precedente e il 2009 si annuncia altrettanto quaresimale. E questo apre uno scenario spiacevole perché l’impero di Marcellino Gavio è uno dei tanti esempi di quel capitalismo senza capitali tipico della storia industriale italiana: è stato costruito con i debiti. Secondo le ultime stime l’esposizione delle controllate di Aurelia verso il sistema bancario è vicina a 1,7 miliardi di euro contro ricavi consolidati per 1,8 miliardi. Così, come nessuno può dirsi davvero padrone di casa propria finché non ha finito di pagare il mutuo, anche i Gavio, pur controllando il 100% del gruppo, hanno nel sistema bancario un socio di fatto molto ingombrante e che vorrà contare nelle scelte future. Chi in particolare tra le banche? Le solite: Unicredit, Intesa, Mps e soprattutto Mediobanca. Con l’istituto ora presieduto da Cesare Geronzi c’è un rapporto storico: sono stati il suo fondatore, Enrico Cuccia, e poi il suo immediato successore, Vincenzo Maranghi, ad affiancare Gavio nelle operazioni che gli hanno consentito di fare il salto di dimensioni e di qualità, come le acquisizioni della Torino-Milano e dell’impresa di costruzioni Grassetto, entrambe rilevate da Salvatore Ligresti. Il rapporto con Mediobanca non si è mai interrotto e oggi essa è il primo finanziatore del gruppo Gavio, con crediti per 600 milioni. Quindi per delineare il futuro di Aurelia e controllate bisognerà trovare un accordo con Geronzi e i suoi colleghi che reggono i cordoni della borsa. Nell’immediato è probabile che a pensarci saranno gli uomini di sempre, quelli che hanno affiancato il fondatore conquistandosene la piena fiducia. Primo tra tutti Bruno Binasco, il vero braccio destro di Marcellino che durante la stagione di tangentopoli venne arrestato più volte. Oltre a lui e ad altri manager in posizioni chiave (come il capo della finanza, Enrico Arona) ci sono altri personaggi che si stanno inserendo nella vicenda della successione ai vertici del gruppo Gavio, una realtà con ricchi contenuti di potere. Tra questi spicca per mole, determinazione e rapidità cogliere le occasioni, Fabrizio Palenzona.
Di Tortona come i Gavio, nato come autotrasportatore, ha fatto carriera abbinando business e politica. Ex presidente (in quota dc) della provincia di Alessandria, oggi ha innumerevoli cariche nella finanza e nelle imprese: vicepresidente di Unicredit, consigliere di amministrazione e membro del comitato esecutivo di Mediobanca, presidente di Aeroporti di Roma, presidente dell’Associazione dei concessionari autostradali (quelli che hanno appena ottenuto un aumento delle tariffe), il giorno dopo la scomparsa di Marcellino ha subito sponsorizzato e appoggiato la successione del figlio: «Il nuovo capo è lui», ha detto.

E tutti hanno pensato che lo abbia fatto per ritagliarsi il ruolo chiave di consigliere del principe.
È con personaggi di questa stazza che Beniamino Gavio dovrà vedersela se davvero vorrà essere il padrone di casa. Gli servirebbero molto l’astuzia e la diplomazia del padre.
(3. Continua)

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica