Il nuovo «cuore» della protezione civile

Gianandrea Zagato

Avvertenza, anche se non siete superstiziosi toccate ferro. Imitate ingegneri e geologi che lavorano nel seminterrato del civico 17 di via Rosellini. Personale super-specializzato che H24 (24 ore su 24) sta incollato a ventinove computer sperando di non dover mai entrare in servizio. Motivo? Scendere in campo, per loro, vuol dire che in Lombardia si è registrata una grave calamità naturale o no. Già, siamo nella nuova sala operativa della Protezione civile regionale che sostituisce l’obsoleta sala di via Fara. Nuova struttura, dove non è stato solo potenziato e ottimizzato il sistema dei collegamenti alle altre sale operative del sistema di protezione civile ma pure integrate altre funzioni: ad esempio, un servizio di controllo dei trasporti pericolosi, diciamo un «tracciamento», destinato a divenire modello di riferimento per tutto il territorio nazionale. Che, concretamente, significa, in caso di incidente fornire in tempo reale alle strutture di soccorso tutti i dati sulle condizioni del veicolo e del carico trasportato. Ma vediamo, in dettaglio, la task force che in via Rosellini è distribuita su due piani e precisamente nel seminterrato (sala operativa) e al piano terra (con sala stampa e sala a disposizione per la gestione delle emergenze). Il «cuore» del sistema è spalmato sui trecento metri del seminterrato: oltre trecento stazioni di monitoraggio remoto collegate sul fronte della meteorologia e dell’idrologia e anche un sofisticato sistema infotelematico di gestione dell’emergenza. È lì che l’esercizio concreto della sussidiarietà regionale s’attiva, che l’assistenza ai Comuni, Province e Prefetture diventa fattiva.
Ed è sempre lì, dove quattro «isole» monitorano la Lombardia - persino strada per strada di ogni città, paese o borgo - che esiste il nodo di interazione tra il livello regionale e quello nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Che si traduce in un intervento sul luogo - a disposizione elicotteri Augusta 109 - entro trenta minuti dall’evento. Come dire: primo intervento con a seguire una colonna mobile regionale di volontari e non che dipende direttamente dalla Regione Lombardia. Ma, attenzione, il sistema operativo lombardo nasce con un obiettivo: quello di mitigare i rischi ovvero per ridurli attraverso una migliore e più specifica conoscenza del territorio. Impresa non facile - raccontano i tecnici sorpresi ieri al lavoro dal nostro fotografo - operare per la mitigazione dei maggiori rischi, da quelli idrogeologici a quelli sismici, sanitari e industriali.


E, nota finale, tutte le sedi operative della polizia locale dislocate in Lombardia saranno a breve collegate con questa sala operativa: scambio utili di informazioni per occuparsi anche di un rischio che si spera davvero remoto, quello del terrorismo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica