«Il nuovo Galliera? Scelta incomprensibile»

«Il nuovo Galliera? Scelta incomprensibile»

Caro Lussana, leggo sempre con attenzione i suoi pezzi, anche quelli che non mi piacciono come certi attestati di buona condotta elargiti con eccessiva generosità o certi panegirici del genere «santo subito». Ma apprezzo moltissimo quelli riguardanti vicende e personaggi cittadini (porto, Carlo Felice, Fincantieri, Novi, Maifredi, Musso per citarne alcuni) perché rivelano conoscenza dei fatti, partecipazione, sincero interesse per le sorti di Genova. Quando li leggo arrivo addirittura a pensare che Lussana sia lo pseudonimo sotto cui si cela un Giobatta Parodi che vorrebbe riportare Genova all’onore del mondo.
Credevo perciò che avrebbe affrontato anche il caso Galliera dopo che il vescovo ha dato il suo benestare perché venisse smantellato. Una decisione incomprensibile. Il Galliera, recentemente restaurato, è un ospedale modello, con reparti di eccellenza dotati delle più moderne apparecchiature, con medici di altissimo livello conosciuti e apprezzati non solo in campo nazionale. Perché cancellare tutto questo? Per costruire un nuovo ospedale del tutto inutile, che deturperà una delle zone più belle della città, comporterà un enorme dispendio di denaro, sarà solo un affare redditizio per chi parteciperà all’operazione. Ancora più incredibile è la disinvoltura con cui viene disattesa la volontà della duchessa di Galliera che volle e costruì l’ospedale, lo donò ai suoi concittadini e ne affidò la tutela (non la proprietà) al vescovo di Genova. In verità finora tutti i vescovi che si sono succeduti (perfino Tettamanzi!) hanno tenuto fede all’impegno. In particolare il nostro Siri si dedicò al Galliera con intelligenza, rigore, attenzione e con lo stesso amore che lo legava alla sua città e alla sua gente. Ma di Siri, si sa, ne nasce uno ogni mille anni. Se va bene. Ultima considerazione: fra tutti i De Ferrari di Genova ce ne sarà almeno uno appartenente alla casata De Ferrari-Galliera. Mi chiedo cosa proverà nell’assistere a un simile sfregio alla memoria di quella grande donna, amata e venerata da tutti quei genovesi ancora capaci di gratitudine e rispetto. Se questa lettera avrà riscontro, per favore lasci che a rispondere sia il Lussana-Parodi, non quell’altro. Grazie.



Carissimo Traverso, la ringrazio molto delle sue parole: proverò ad essere sempre più spesso il Lussana-Parodi che le piace. E certo cercheremo di dare sempre alla Duchessa gli indubbi meriti che ha avuto, onorandola con il rispetto della sua volontà.
MaLu

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