Al via il nuovo polo Tv «nordista»

da Milano

Che paradosso. Ieri è stato inaugurato in pompa magna il nuovo polo produttivo Rai di Milano, ma da dove è andato in onda l’ultimo nato di Raidue, la rete lombarda per eccellenza? Ovviamente, da Roma. È Pyramid, il nuovo game condotto da Brignano (esordito tiepidamente al 4,74 per cento, ma va in onda nella stessa ora dei grandi Tg) e non è stato possibile realizzarlo a Milano, perché il nuovo centro è tutto occupato. Proprio così, appena finito di realizzare e già troppo piccolo. Comunque, per i sostenitori della decentralizzazione, un grande passo in avanti.
Vediamo di che si tratta. Gli spazi di via Mecenate 76, (le ex officine Caproni dove si producevano gli aerei) che già hanno ospitato in questi anni vari programmi, sono stati rimessi a lucido e dotati di alta tecnologia digitale. In sostanza ora ci sono tre studi più un quarto per le telepromozioni. Da dove vanno in onda L’isola dei famosi, Quelli che, Confronti, Artù. Il polo (2.500 mq, due regie, 32 camerini, sartoria, redazioni) è stato realizzato in otto mesi di lavoro, dopo che la Rai ha dovuto lasciare gli storici studi alla Fiera da dove venne trasmesso il primo segnale della Tv di Stato nel 1954. E a questo ricordo si sono agganciati i vertici di viale Mazzini (direttore Cappon e presidente Petruccioli) planati da Roma e i responsabili delle istituzioni locali (sindaco Moratti, presidente regione Formigoni e presidente provincia Penati) insieme ad alcuni volti tv (Simona Ventura - che ha ricordato come la sua Isola che doveva essere chiusa, in realtà ha contribuito a far vincere la stagione alla Rai - Roberta Laffranchi, Milo Infante, Gene Gnocchi) per battezzare ufficialmente il neonato centro. Qui è cominciata la Rai - è stato detto in sostanza - qui si intende tornare dopo anni di abbandono e di concentrazione della produzione nella capitale. Anche e, soprattutto, per recuperare pubblico «nordista» migrato negli anni sulle reti Mediaset.
Ma le parole dei vertici aziendali non hanno rassicurato i lavoratori milanesi della Tv di Stato che, volantinando davanti all’ingresso, hanno protestato sostenendo che si tratta di una «non soluzione» e che Milano resta troppo succube alle ingerenze romane. La consigliera Rai in quota Lega, Giovanna Bianchi Clerici, ha fatto loro eco sostenendo che Milano resta «un centro bistrattato, basato sulla grande capacità lavorativa di una sola rete», cioè Raidue che, in pochi anni, ha portato da cento a quasi novecento le ore di produzione lombarda (tutti i programmi realizzati a Milano vanno in onda sul secondo canale, tranne Che tempo che fa di Raitre). E la fiction? L’anno scorso era stato promesso anche uno spostamento nordista in questo settore, poi si fece solo la serie A/R che ebbe scarso successo e ora si sta girando Hospital Central. «Non è un progetto facilmente realizzabile - risponde Petruccioli - perché tradizionalmente tutte le maestranze e i produttori sono radicati a Roma».

Dunque, non se ne parla. Comunque in via Mecenate non ci starebbe. Si attende il nuovo polo, quello che dovrebbe essere definitivo, perché quello appena battezzato - in affitto - è una soluzione «ponte». Dove? Quando? Mah.

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