Ferruccio Gattuso
da Milano
Nei fumetti dei supereroi si chiama «What If» (cosa se...), un filone autonomo di storie per sollazzare i fan più immaginifici. Una certa letteratura fantastorica ci campa allegramente, ipotizzando ad esempio come sarebbe stato il mondo se a vincere fosse risultato il Terzo Reich. Il cinema, poi, ha costruito sull'idea successi leggendari (La vita è meravigliosa di Frank Capra) e sopravvalutati ma di sicura cassetta (Sliding Doors). Ora ci si mette anche Enrico Ruggeri, che sul tormentone delle realtà parallele dedicò tempo fa anche una bella canzone, intitolata Quante vite avrei voluto. Doveva essere la sigla di Il Bivio - Cosa sarebbe successo se... - in onda da lunedì su Italia 1 alle 22.50 - e ora procura nientemeno che il primo impiego televisivo da protagonista al suo autore e cantante. Enrico Ruggeri sarà infatti il conduttore che racconterà al pubblico storie di persone comuni, fette di vita quotidiana, pronte ad essere sottoposte al trattamento della fantasia. Per almeno dieci lunedì, il cantautore vestirà i panni di uomo catodico: ogni settimana, spazio a due storie. I protagonisti, presenti in studio, commenteranno con Ruggeri la propria vicenda, dopodiché una docu-fiction offrirà al pubblico i commenti di amici e parenti e una messa in scena di ciò che è accaduto nella realtà e, soprattutto, di ciò che sarebbe potuto accadere se al bivio esistenziale i protagonisti avessero imboccato un'altra strada. Un tocco di reality, un viaggio nei cosiddetti «casi umani» e un pizzico di sogno. Ruggeri spiega così il suo imprevedibile esordio come conduttore: «Ho sempre frequentato poco la tv - spiega -. Verso di essa sono guardingo e, per lo più, scettico. Quando da Italia 1 mi hanno chiamato avevo in mente una sola cosa: incontrare il direttore Luca Tiraboschi e gentilmente declinare. Invece, in questa idea ho trovato qualcosa che vibrava sulle mie stesse corde: ho sempre ascoltato storie, cercando poi di trasformarle in canzoni e in poesia. Il Bivio mi dà l'occasione di continuare a fare il narratore, sotto un'altra veste».
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