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Il nuovo Valentino Più forte e umile grazie agli errori

È solo una sensazione ma, a volte, ci si azzecca. Valentino Rossi è ora più uomo, più Signor Rossi che dottor Rossi. Del vecchio Valentino restano gli show a fine gara, stavolta i birilli e il bowling e gli amici di sempre, resta quel suo essere fuoriclasse in pista, ma qualcosa, in lui, è cambiato. E in meglio.
Sarà perché nel sabato di vigilia ha tenuto il freno a mano tirato sulle parole del dopo pole. «Vedo bene gli altri, come vedo bene Pedrosa», frasi sue che chi lo conosce bene, giura, non essere figlie di pretattica, bensì di serena valutazione delle forze in campo. Nessuna sparata, nessuna esagerazione per la felicità dei giornali. Un nuovo Valentino.
È come se Rossi avesse imboccato la strada della maturità completa: quella del vinco, festeggio e torno ai box. Poi, magari, dico le cose sempre alla mia maniera, però con il freno a mano tirato. In Qatar, due settimane fa, gli giravano a mille per gli errori strategici del team, per quella moto troppo lenta, mentre la Ducati volava. In altri tempi, prima del grande bagno d’umiltà seguito al volo di Valencia, al mondiale riacciuffato per merito solo suo e, a quel punto, sfuggito per colpa soprattutto sua, in altri tempi si sarebbe incacchiato platealmente davanti ai microfoni, oppure avrebbe tirato fuori dalla faretra qualche freccia avvelenata dal suo sano umorismo. Stavolta no. E nel trionfo di ieri, in fondo, ha mantenuto lo stesso profilo: più basso del solito, più grande di prima, più Signor Rossi.
Il segnale era arrivato venerdì, quando il campione, informato sull’umore nero di Pedrosa per via di certe frasi dette alla presentazione Yamaha, «Daniel è un bambino», aveva preferito correre ai ripari. In passato mai l’avrebbe fatto. Vale aveva scherzato sulla corporatura bonsai dello spagnolo, ma l’aveva fatto con garbo, garbo sparito sulla maggior parte dei giornali. «Era solo una battuta, ho sbagliato a dire così, non voglio che si crei attrito fra noi, non voglio che succeda come con Biaggi anni fa». Quasi un mea culpa scaccia polemiche.
Questo il nuovo Valentino, forte come prima, anzi più forte perché ora è un Signor Valentino. E non stupiamoci, a fine anno, se questo Signore, una volta intascato il mondiale numero otto, saluterà tutti e andrà a divertirsi nei rally. Non stupiamoci.

Quando si diventa ancor più grandi si può chiedere scusa a un rivale e mollare tutto sul più bello.

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