Sampietrini o asfalto? Tradizione o modernità? La vicenda dei sampietrini che, su alcune strade della capitale, sono già stati sostituiti dal sicuro ed economico asfalto, finisce di taglio sul New York Times. Che nelledizione di venerdì ha messo a confronto chi sostiene che i sampietrini siano il simbolo di unantichità peculiare con chi ritiene che questi siano ormai superati.
«Avrebbero dovuto asfaltare la zona del centro molto tempo fa - dice al N.Y. Times il signor Giorgetti, 49 anni, salumiere -. I sampietrini erano perfetti quando cerano i cavalli e le carrozze. Ma quando piove o una macchina perde olio, è la fine». Per alcuni, si tratta di un «massacro dei sampietrini», anche se il Comune, come spiega il giornale, ha assicurato che «nelle zone pedonali e nelle piazze maggiormente apprezzate dai turisti, come piazza Venezia, saranno mantenuti i sampietrini».
La sostituzione, comunque, è stata già avviata in varie zone, complice lassenza dei romani nel mese di agosto e la maggiore facilità nell'effettuare dei lavori stradali: in particolare su alcune zone del Lungotevere. Ma il giornale si sbilancia: «La cosa incredibile che più sorprende - scrive il N.Y. Times - è che in questa città non ci sia stata alcuna protesta. Ciò non vuol dire che i romani preferiscano lasfalto. Ma con mezzo milione di motorini, pochi soldi pubblici e una sorta di nevrotica impazienza verso ciò che rallenta il traffico, sembra esserci stata rassegnazione verso un cambiamento che è visto come in meglio».
«Per alcuni milioni di turisti, la ripavimentazione - scrive il quotidiano - sembra una sorta di resa. Dopo tutto, il mondo sta meglio se sa che Roma non cambierà il suo aspetto».
«Perché confondere lantichità per lasciare spazio alla modernità?» si chiede Dominic Fabrizio, 35 anni, cameriere canadese in visita a Roma. «La verità - spiega - è che i sampietrini pur essendo vecchi, non sono antichi. Vennero posizionati nel XVII secolo, quando sostituirono i massi più grandi e antichi che sono tuttora visibili sulla via Appia».