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Obama detta la rivoluzione di Wall Street

Sarà la riforma più radicale dagli anni Trenta del sistema di vigilanza finanziaria negli Stati Uniti. Coerentemente con una crisi economica che non trova precedenti se non nella Grande Depressione. Barack Obama non smentisce la sua fama di innovatore, con un piano che vuole rimodellare profondamente la struttura di regole e controllo della finanza a stelle e strisce.
Dunque più regolamentazione e più tutela dei consumatori, ma anche un ruolo rafforzato per la mano pubblica, dopo anni di «abusi ed eccessi» e di quella «cultura dell’irresponsabilità» che hanno portato il sistema finanziario globale a un passo dal cosiddetto «meltdown», dalla sua autodistruzione sotto il peso di una moltiplicazione dei debiti e del rischio.
Tra le misure, che ora attendono l’approvazione del Congresso, spicca l’aumento dei poteri della Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti. Potrà vigilare con maggiore forza non solo sulle banche, ma anche su quell’ampia galassia di società finanziarie, come gli hedge fund, finora rimaste in una sorta di zona grigia dove i fari delle autorità di controllo spesso non sono arrivati.
Contemporaneamente diventano più stringenti i requisiti patrimoniali e di liquidità che dovranno essere soddisfatti da banche e società finanziarie negli Usa, le quali peraltro continuano a inviare segnali contrastanti in merito a una possibile uscita dall’emergenza. Giusto ieri S&P ha lanciato un nuovo allarme tagliando rating e prospettive per 22 istituti d’oltreoceano. Proprio mentre Jp Morgan e Morgan Stanley annunciavano la restituzione dei fondi pubblici anticrisi, rispettivamente 25 e 10 miliardi di dollari.
In arrivo anche una stretta sui prodotti derivati, tristemente famosi negli ultimi mesi come veicolo di perdite, spesso inattese, per gli operatori. Maggiore dovrà essere il livello di trasparenza per facilitare una corretta valutazione dei rischi al momento dell’acquisto del prodotto. E per guidare famiglie, consumatori e risparmiatori nella giungla dei prodotti finanziari, Obama pensa all’istituzione di un’Agenzia ad hoc che aiuti a individuare le insidie nascoste al momento dell’acquisto di mutui, prodotti finanziari, carte di credito.
Ma a supervisionare l’economia americana nei prossimi anni arriveranno presto nuovi attori. Obama vuole la nascita di un organismo pubblico che affianchi le grandi aziende nella gestione dei momenti di crisi industriale e la costituzione di una «Super agenzia» che coordini l’attività di tutte le diverse autorità finanziarie e di controllo. Con una metafora colorita ma ben esplicativa il presidente americano ha parlato di un sistema che finora si è concentrato sui singoli alberi, dimenticando di guardare l’intera foresta.


La riforma Obamiana arriva dopo mesi di intensa discussione all’interno dell’amministrazione di Washington, durante i quali non sono mancate le divergenze con l’Europa. Oggi i leader dell’Unione si incontrano a Bruxelles: si aspetta di capire se anche da queste parti si registrerà la stessa determinazione di Obama.

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