«Barack Obama, il leader del mondo libero ha aiutato al vertice sul nucleare di Washington alcuni dei più grandi dittatori a evitare la stampa libera». Il giorno dopo il successo del vertice sul nucleare, la stampa internazionale litiga ufficialmente con il presidente Usa. Lo fa attraverso un duro attacco sul Washington Post che attacca la Casa Bianca sulla gestione del vertice: il presidente viene criticato per lo scarsissimo spazio concesso ai giornalisti dallagenda dei lavori.
Lunica parte del vertice aperta al pubblico infatti - oltre alla conferenza stampa finale - è stata lintroduzione di Barack Obama: otto minuti di discorso terminati con la frase «un attimo di pausa per permettere alla stampa di lasciare la sala». «Non abbiamo avuto tempo neanche di notare di quale colore fossero le cravatte prima di essere fatti uscire», si sono lamentati i giornalisti. I cronisti statunitensi che seguono la Casa Bianca da oltre ventanni hanno confermato che si è trattato delle restrizioni più severe mai praticate da unAmministrazione, e hanno presentato una protesta formale, alla quale si è aggiunta quella della stampa internazionale.
È la fine dellamore tra i mass media, scriveva ieri Politico.com: un amore nato prima della candidatura e continuato per tutta la campagna elettorale del 2008. Non è poi lunico guaio per la Casa Bianca: ieri contro il presidente si sono schierati gli eroi della Nasa: rompendo un silenzio durato più di 40 anni, Neil Armstrong, il primo uomo sbarcato sulla Luna, ha scritto una lettera al presidente chiedendogli di far marcia indietro sul suo «devastante» piano spaziale che rischia di trasformare lAmerica in «nazione di serie B o addirittura di serie C» dopo Russia e Cina. La lettera è firmata anche n Gene Cernan, lultimo uomo che ha camminato sulla Luna, e Jim Lowell, comandante della disgraziata missione Apollo 13. Le critiche degli astronauti hanno indotto la Casa Bianca a fare qualche aggiustamento rispetto allannuncio fatto a febbraio nel quadro della presentazione del budget.
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