WashingtonIl presidente Obama avrebbe deciso d'annunciare la riduzione dell'arsenale nucleare. L'annuncio, applaudito da chi non ha letto attentamente i commenti della Casa Bianca a questo proposito, ha sollevato non poche polemiche. Secondo il quotidiano The New York Times, sempre bene informato su ciò che avviene al 1600 di Pennsylvania Avenue, l'amministrazione Obama non avrebbe però alcuna intenzione di rinunciare alla possibilità d'usare armi nucleari qualora il Paese venisse attaccato o semplicemente seriamente minacciato.
La nuova strategia di Obama verrà illustrata nel Nuclear Posture Review, una specie di programma di difesa/offesa tradizionalmente presentata da tutti i presidenti americani. Prima ancora d'essere annunciato il Nuclear Posture Review è stato criticato da chi teme che gli Stati Uniti possano dimostrarsi deboli nei confronti di Iran e Corea del Nord, Paesi che usano lo spauracchio del nucleare negando allo stesso tempo d'essere in grado di farne uso. Sullaltro fronte c'è chi teme che Obama possa lasciare attiva la possibilità di intervento nucleare come risposta ad un attacco chimico o biologico contro Paesi che non posseggono un arsenale nucleare.
Molti elementi della nuova strategia, secondo il New York Times sono già stati decisi. In pratica, secondo il giornale, gli Stati Uniti si impegneranno a non mettere a punto nuove armi nucleari comprese quelle antibunker volute dall'amministrazione Bush. In compenso però gli Usa investiranno miliardi di dollari per modernizzare i laboratori dove si studia la messa a punto di nuove armi: «Elimineremo soltanto - dice il vicepresidente Joe Biden - le armi nucleari superflue che abbiamo in deposito».
Un grande quesito sull'approccio Obama alla riduzione nucleare sarà l'eventuale ritiro delle armi tattiche che gli Stati Uniti hanno in Europa, che procurano, a detta di funzionari dell'amministrazione, «rassicurazioni politiche, non una vera difesa». Agli scettici, timorosi che Obama metta gli Stati Uniti in una posizione di debolezza, la Casa Bianca offrirà come garanzia il programma Promp Global Strike una nuova classe di armi non nucleari che possono essere sparate dagli Stati Uniti e raggiungere l'obiettivo in meno di un'ora. Secondo funzionari dell'amministrazione, il Promp Global Strike fornirà al presidente tutto ciò che è necessario per colpire l'eventuale quartier generale di Al Qaida sulle montagne del Pakistan o mettere a punto un attacco ad una rampa in Nord Corea e prevenire in questo modo il lancio di un missile.
Nel quadro di questo sistema il presidente Obama potrà ordinare attacchi con le nuove armi da basi negli Stati Uniti, aperte comunque ad ogni tipo di ispezione da parte di Paesi come la Cina o la Russia. Le ispezioni avranno lo scopo di impedire che questi Paesi, in caso di attacco americano, mettano in stato di allerta le loro basi nucleari.
In attesa del Nuclear Posture Review le polemiche si stanno trasformando in una specie di pioggia radiottiva. La senatrice democratica Dianne Feinstein ha chiesto al presidente di dichiarare che il solo scopo dell'arsenale americano sia quello di deterrente di un eventuale attacco nucleare. I militari del Pentagono ed alcuni funzionari della Casa Bianca la pensano diversamente ed hanno chiesto ad Obama di dichiarare che la funzione di deterrente di un attacco nucleare sia quella primaria, ma non l'unica.
Non sono infatti pochi coloro che si lamentano del fatto che Obama non si sia staccato molto dalla politica del suo predecessore e ricordano allo scopo il continuo uso di aerei senza pilota che colpiscono in Pakistan e la mancata chiusura della prigione di Guantanamo.
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