Roberto Bonizzi
Nomadi e occupazioni abusive. I primi punti della lista sul taccuino dell'assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino, Guido Manca. Sei mesi di tempo «per affrontare alcune questioni delicate che lex prefetto Ferrante non aveva voluto o saputo risolvere - spiega il responsabile alla sicurezza e alle periferie -. Ora le affronteremo insieme al nuovo prefetto, Gian Valerio Lombardi».
I nodi irrisolti sono diversi. Il primo è il quartiere Aler, tra via Giambellino e via Lorenteggio: qui i rom occupano abusivamente numerosi appartamenti. «Ho parlato per la prima volta della questione a Ferrante il 17 settembre del 2002 - ricorda l'assessore -, ma il problema non è mai stato affrontato seriamente». E ancora, nel mese di novembre i residenti di via Lorenteggio 181, scala H, raccontano di una ottantina di nomadi che occupano abusivamente, «rubano» la corrente e lasciano i minori incustoditi.
Parlando di nomadi, è d'attualità anche la situazione del campo di via Triboniano. Nato nel 2001, abitato da circa 300 nomadi romeni e bosniaci, la gestione venne affidata all'Opera nomadi, «che però - fa notare Manca - non è riuscita in nessun modo a contrastare l'insediamento di numerosi abusivi e irregolari. In diverse riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza e in numerose occasioni ho richiamato l'attenzione del prefetto sulla necessità di allontanare tutti gli abusivi e permettere al Comune di iniziare i lavori di sistemazione del campo per cui la giunta aveva stanziato un milione di euro. L'indecisione della Prefettura non ha permesso lo sgombero. Quindi i settori comunali e la ditta appaltatrice sono stati costretti a ricorrere a una variante improvvisando un campo alternativo nel settore bosniaco. Solo questo ha effettivamente permesso di iniziare i lavori». L'elenco prosegue con lo stabile di via Cicco Simonetta 19, occupato abusivamente da parte di 300 egiziani, con diversi insediamenti illegali da parte di extracomunitari (circa 130 le aree private e pubbliche nelle nove zone della città), centri sociali (dei 13 attivi, solo uno ha regolare permesso), occupazione abusiva di case popolari, degrado intorno alla stazione Centrale, abusivismo commerciale e disturbo della quiete pubblica in Brera. «Senza dimenticare lo spostamento della moschea di viale Jenner - aggiunge l'assessore -. Avevo scritto a ottobre una lettera allex prefetto per proporre il trasferimento del centro in un'altra località. Ma da Ferrante è giunta solo una disponibilità verbale a considerare il problema».
C'è da fare luce sull'operato dell'inquilino di corso Manforte negli ultimi anni. «I rapporti con il prefetto Ferrante sono sempre stati molto collaborativi e improntati alla massima correttezza istituzionale - dice Manca, che punge il candidato del centrosinistra a Palazzo Marino -. Correttezza interrotta, però, con l'audace metamorfosi che ha portato Ferrante a dimettersi e a candidarsi alla carica di sindaco di Milano. Questi rapporti si sono sviluppati nel corso degli ultimi tre anni attraverso una serie di riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza e una fitta corrispondenza. Alla luce del fatto che poi il prefetto si sia dimesso per candidarsi alla carica di sindaco, vi sono tuttavia dei rilievi che possono essere mossi allo stesso Ferrante. Rilievi che riguardano soprattutto le mancate decisioni e mancate operatività su alcuni problemi di sicurezza».
«Qualcosa di buono si è fatto», sottolinea il responsabile alla Sicurezza. Come, ad esempio, lo sgombero di via Adda, la casa occupata da 300 rom dietro alla Stazione Centrale.
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