Quando Simone Rigon cadde a terra colpito ripetutamente alla testa con dei caschi, non sapeva che il suo aggressore era un apprendista Bierre. Lo scoprì quattro mesi dopo sfogliando il giornale: in una foto vide chi lo costrinse a una lunga degenza in un letto dospedale. Quellimmagine ritraeva Alfredo Mazzamauro insieme ad una ragazza, sotto un titolo choc: «Arrestate le nuove Br». Brigatisti che, sorpresa, arruolavano supporter nelle aule di Scienze politiche. Era il febbraio di questanno.
Sette mesi dopo, in via Conservatorio, non è impresa impossibile ritrovare sui muri appelli alla lotta firmati dall«Assemblea degli studenti di Scienze politiche». Collettivo che, per intenderci, allindomani dellaggressione a Simone - colpevole di essere un leader dellorganizzazione universitaria di An - rivendica il diritto di negare agibilità politica e fisica «ai nipotini di Fini». Gli stessi volantini che, sorpresa, si ritrovano in questi giorni anche nei chiostri di via Festa del Perdono, dove martedì la cronaca ha registrato unaggressione degli «antifascisti militanti» contro tre ragazzi di destra. Episodio isolato, dice il rettore Decleva, mentre la giovane destra racconta unaltra storia: «La sinistra alza la tensione, giorno dopo giorno, aumentano i tentativi di aggressione contro i militanti, tre pesanti in poco meno di un anno».
E non è difficile scoprire da dove partono le aggressioni, sia quelle tentate che quelle portate a termine: è in unauletta a fianco dalla libreria della Cusl, a due passi dallaula magna, che si organizzano le «spedizioni». Auletta autogestita da Asso, ovvero «assemblea studenti Statale occupata», che da poche settimane è stata però dis-«occupata»: «Quelli là li teniamo docchio perché hanno la provocazione facile», confida un impiegato del rettorato, mentre cè chi tra gli studenti vicini a Comunione e liberazione snoda un lungo elenco di «fatti e misfatti» compiuti dai pasdaran dellautonomia.
Elenchino dove la fa da padrone lo «strappo» dei manifesti di Alleanza universitaria. «Un nostro manifesto resta affisso intatto non più di una mezzoretta» dicono quelli di Au: giochino diventato regola, dopo che la giovane destra ha conquistato il ventidue per cento dei consensi. Versione che, naturalmente, quelli di Asso sgonfiano. Prima, avvertono che loro «non centrano con le aggressioni», poi chiosano che «lantifascismo è militante o non è» e, infine, preannunciano che tra qualche giorno sui muri di via Festa del Perdono potrebbe comparire un murales pro Carlo Giuliani. Sì, proprio il giovane che nel corso del G8 di Genova morì mentre lanciava un estintore contro la polizia. Murales non autorizzato, naturalmente.
Anche questa è, oggi, la Statale.
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