Offerte di lavoro: la Liguria nel mirino dei truffatori on line

Valanga di proposte fasulle inviate via posta elettronica. I consigli degli esperti per difendersi dalle «bufale»

In genere, le offerte arrivano dal Nord Est, il Veneto in particolare, dove sembra che abbiano sede legale quasi tutte le società che mettono a disposizione «formidabili» opportunità di lavoro. Che però, una volta verificate, si rivelano solo formidabili truffe. La Liguria, in questo senso, è diventata terra di elezione. E più ancora che nel resto dell’anno, nel periodo delle festività sono stati tanti i cittadini, soprattutto giovani e giovanissimi residenti da Ventimiglia a La Spezia, che si sono visti recapitare proposte di impiego decisamente allettanti e sicuramente fasulle. In parte via posta, con lettere inviate a destino sulla base di recapiti presi direttamente da mailing list rese, chissà come, di pubblico dominio. Ma la nuova frontiera dell’inganno sembra sia rappresentata da internet: l’esempio più recente - un vero e proprio pacco natalizio - è quello di una pseudo società finanziaria che ha divulgato via e.mail una proposta di lavoro promettendo guadagni che vanno da mille a 5mila euro mensili per un’attività di non meglio specificato «rappresentante finanziario», da svolgere part time, senza obbligo di orario, anche a domicilio. «Non bastava trovarsi di fronte ad annunci-truffa tra le pagine delle rubriche di ricerca del personale sui quotidiani - commenta l’avvocato Sergio Scicchitano, delegato del Comune di Roma alla tutela dei consumatori -. L’ultima novità della truffa viaggia sul web. Le lettere con convocazioni a finti colloqui di lavoro erano già ben note, ma ora si aggiungono anche le bufale spedite via e.mail che in realtà si rivelano come tentativi di estorcere denaro». I consigli, per chi riceve questi inviti, sono lapidari: «Non fidarsi è meglio. Gli annunci con proposte di lavoro a domicilio - insistono gli esperti delle associazioni consumatori e utenti - offrono spesso grandi compensi per lavori non qualificati, promettendo comodità e facilità di esecuzione.

Ma dietro l’apparenza del facile e lauto guadagno - è la conclusione poco edificante - si cela la delusione di un bidone bene architettato». Guai, in ogni caso, a comunicare ai presunti datori di lavoro gli estremi del proprio conto corrente bancario: «Chi cade nella trappola, finisce per ritrovarsi con il conto inesorabilmente svuotato».

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