Oggi come 21 anni fa: il sindaco chiude le scuole

Classi semideserte, ieri alle superiori assenti in sei su dieci, al Giorgi tutti a casa alle 11.30

Oggi come 21 anni fa: il sindaco  chiude le scuole

Gioia Locati

Non sarà proprio come nel 1985. Quando all’inizio dell’abbondante nevicata i milanesi avevano preso in giro i romani: «Per un po’ di neve hanno chiuso le scuole, che sarà mai...». Invece quella nevicata passò alla storia. Con i suoi 90 centimetri di coltre bianca, il Palasport crollato, il termometro precipitato a 20 gradi sotto zero. E naturalmente le scuole chiuse: l’ordinanza del sindaco arrivò un giorno dopo quella della Capitale.
Oggi dopo 21 anni, si replica: istituti chiusi per neve. Lo ha deciso ieri il sindaco per evitare «situazioni di pericolo». Ma è sabato e il provvedimento interessa soltanto gli studenti delle superiori e di qualche scuola media (materne ed elementari concludono la settimana il venerdì). Ieri il popolo della scuola si è «arrangiato». La coltre bianca ha rallentato la corsa di chi per frequentare o per fare le lezioni ha dovuto attraversare mezza città. Quindi: privilegiati i più piccoli, penalizzati liceali e allievi dei tecnici e dei professionali. «Dai dirigenti delle elementari abbiamo saputo che tutto è funzionato regolarmente» hanno confermato agli uffici del Csa. Nessuno stop per i nidi e le materne, «pur non essendo scuole dell’obbligo abbiamo deciso di non chiuderle per non creare ulteriori disagi alle famiglie» è stata la decisione dell’assessorato all’Educazione. Negli istituti superiori ci sono stati ritardi anche di tre ore, e in media, le assenze hanno superato le presenze. «Più o meno il 60 per cento degli studenti è mancato all’appello - hanno risposto al liceo classico Berchet - alcuni professori sono arrivati in ritardo anche di 3 ore; gli alunni ritardatari o si sono presentati alla fine della prima ora o alla fine della seconda». Il dirigente dell’istituto Giorgi, Rodolfo Rossi, anche lui con quattro allievi su dieci nelle classi, alle 11.30 ha preso la fatidica decisione: «Tutti a casa, inutile aspettare le 13 e rischiare di intasare ulteriormente il traffico». Tanto più che era già al corrente dell’ordinanza del sindaco sulla chiusura delle scuole «apparsa su internet in tempo reale». Allo scientifico Einstein gli assenti sono stati il 35 per cento, «in particolare chi doveva arrivare da fuori Milano: abbiamo collaboratori da Locate Triulzi.

Gli insegnanti invece si sono presentati tutti, tranne una». Il dirigente del classico Manzoni, Luigi Barbarino, ha aggiunto: «Molti studenti non sono venuti per partecipare al corteo per la Giornata della Memoria. Gli insegnanti erano tutti qui, un paio in ritardo».

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