Oggi Djokovic-Nadal

It’s a beautiful day per la ragazza che ama gli U2 e ha suonato la divina del tennis. È la giornata meravigliosa per Petra Kvitova che a 21 anni ha conquistato Wimbledon e che ha messo in un angolo Maria Sharapova e la sua storia perfetta, quella che tutti avevano preparato sette anni dopo. Ma la storia del tennis non ha mai un finale già scritto e allora bastano due set, un ace finale e un’esultanza da veterana, per scrivere sul tabellone dell’All England - già un paio di minuti dopo l’ultima palla, come vuole la tradizione - il nome della nuova eroina della racchetta.
Insomma è ufficiale: Wimbledon non è un concorso di bellezza e allora ecco che Maria guarda Petra sollevare il Rosewater Dish e forse ricorda quando era lei, sette anni prima, la sfavorita della finale contro Serena Williams. Finì allo stesso modo, ovvero con la star del momento ad occhi bassi, solo che quella volta Maria sorrideva.
Adesso invece Petra, appena finito di bombardare la rivale con servizi e risposte navigate, comincia a commuoversi già prima dell’ultimo servizio. E lo fa anche dopo, quando manda baci a Martina Navratilova e Jana Novotna, ceche come lei, muse ispiratrici e consigliere di un trionfo inatteso per chi non la conosceva bene.
La mancina più voloce dell’est ha dunque coronato il suo sogno, proprio sotto gli occhi di chi - sinistra come lei - le ha ispirato una carriera cambiando le regole del gioco. Proprio Martina ha detto che Petra è la guida di una nuova onda del tennis e forse davvero presto potrà diventare la nuova Navratilova, così come papà Jiri e il suo pittoresco allenatore - uno che l’ha mandata sulle montagne della Slovacchia in inverno per perdere i chili di troppo (ma non quella strana pancetta che fa di lei forse la prima vincitrice di Wimbledon nella categoria ragionieri) - hanno disegnato per lei da una vita. Resta ancora tanto da vincere, ma la strada è tracciata.
Piange allora la Sharapova che usa frasi di circostanza («Nel tennis vince solo una, purtroppo. Ma tornerò») prima di buttarsi nelle braccia del suo Sasha Vujacic, la stella del basket Nba che ha trasformato le sue vacanze in una gita da cavalier servente. Ride, eccome, invece Petra Kvitova, che risponde alla domanda più banale del mondo - «È stato il match più bello della tua vita?» - trasformando le lacrime di commozione in quelle d’ilarità - «beh, visto come è andata, direi proprio di sì...», prima di girare per il campo centrale più bello del mondo a farsi immortalare per l’eternità. Dice ancora il saggio, ovvero Martina Navratilova: «Per il tennis femminile è un momento strano: a Parigi la Sharapova a 24 anni era la semifinalista più giovane, qui invece era la più vecchia.

Dunque la vittoria di Petra non è una sorpresa: è un momento in cui può succedere di tutto». Anche che una storia impossibile da scrivere diventi realtà.

Oggi finale maschile: Nadal-Djokovic. Diretta dalle 15 su Sky: canale 203 in Hd e canale 209 in 3D.

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