Trapani - Rosario Spatola, ex "soldato" della famiglia mafiosa di Messina Denaro, poi diventato collaboratore di giustizia (pentito), oggi avrebbe dovuto deporre in videoconferenza al processo sull’omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno. Ma non lo farà perché è morto. Lo ha reso noto il sostituto procuratore di Palermo Francesco Del Bene nel corso dell’udienza, davanti alla corte d’assise di Trapani, sull’assassinio del giornalista-sociologo commesso il 26 settembre 1988.
Il pm Del Bene, in apertura d’udienza, ha comunicato che Spatola è morto, senza specificare quando. Solo nel tardo pomeriggio si è accertato che la morte del collaboratore di giustizia in realtà risale a quattro anni fa, il 10 agosto 2008. Ma nessuno ne sapeva niente. Un "difetto di comunicazione", si sono affrettati a puntualizzare dalla procura.
Pentito dal 1989
Coinvolto nel traffico internazionale di droga, Spatola era stato condannato sia per gli stupefacenti che per il traffico di armi. Iniziò la sua collaborazione con lo Stato nel 1989 con Paolo Borsellino, cui rivelò i segreti della mafia trapanese. Dopo la strage di via D'Amelio in cui rimase ucciso il giudice ebbe a dire: "Sono rimasto orfano. Non tornerò più in Sicilia.
Con l’assassinio Borsellino muore un giudice galantuomo, il viso onesto della Sicilia autentica".Omicidio Rostagno, due gli imputati
Il boss di Trapani Vincenzo Virga è accusato di essere il mandante dell'assassinio di Rostagno; Vito Mazzara, invece, è ritenuto componente del gruppo di fuoco.
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