Superato lo scoglio del Senato, il governo Prodi attende il voto di fiducia della Camera. Ieri si è svolto il dibattito, questa mattina alle 9.30 ci sarà la replica del presidente del Consiglio e a seguire le dichiarazioni di voto, infine la fiducia. I numeri lasciano infatti ampio spazio di tranquillità allesecutivo e Prodi, che mercoledì aveva parlato di «autosufficienza della maggioranza», a Montecitorio non corre alcun rischio.
Sebbene se non decisivi, anche alla Camera lUnione ha però i suoi «dissidenti»: Salvatore Cannavò, esponente della Sinistra critica di Rifondazione comunista, e Daniele Capezzone della Rosa nel Pugno. Oggi non daranno il loro voto di fiducia al governo Prodi: il primo non parteciperà, il secondo si asterrà. Cannavò spiega la sua posizione in una conferenza stampa convocata insieme a Franco Turigliatto, pochi minuti dopo lallontanamento di questultimo dal partito. «Dora in poi - spiega - noi assumiamo latteggiamento che ha avuto Turigliatto al Senato, daremo un appoggio esterno molto condizionato in Parlamento e praticheremo lopposizione sociale al governo Prodi nel Paese». Daniele Capezzone, invece, si asterrà - spiega - perché questo è un governo che ha mostrato di essere «drammaticamente fragile» mentre il Paese avrebbe bisogno di «riforme coraggiose».
Ma a Montecitorio non cè il rischio di una votazione da brivido.
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