Oggi a Palazzo Altieri

Un segnale d’attenzione all’intero mondo bancario, compresi i piccoli istituti di credito, ma anche una discussione aperta sui principali problemi sul tappeto. Mario Draghi partecipa oggi, accogliendo l’invito dell’Abi di Giuseppe Mussari, alla prima riunione 2011 del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana, una partecipazione senza precedenti. Il governatore di Bankitalia va all’appuntamento per ascoltare, e per dare risposte ai dubbi dei banchieri su alcuni temi in particolare: il funding, ovvero il finanziamento per l’attività creditizia, ed alcuni aspetti delle nuove regole di Basilea 3. E sul tappeto c’è anche la questione della remunerazione dei vertici che, dopo una direttiva europea in materia, riguarda anche i piccoli istituti.
L’obiettivo di Draghi è quello di ascoltare le parole dei banchieri, grandi e piccoli. Per i principali cinque o sei istituti di credito è già in calendario per il 10 febbraio la consueta riunione a palazzo Koch, dove si dovrebbe parlare fra l’altro di operatività cross border, argomento che non riguarda la generalità delle nostre banche.
Tradizionalmente l’esecutivo dell’Abi tratta di questioni del settore, ma analizza anche l’andamento dell’economia reale alla luce dei dati che provengono proprio dalle banche. La riunione odierna rappresenta, dunque, l’occasione per fare il punto della situazione, per stabilire se i segnali di ripresa si sono consolidati oppure no, per discutere l’apporto del credito alla ripresa attraverso il finanziamento del sistema imprenditoriale. Già domani dovrebbe essere firmata da banche e associazioni imprenditoriali l’intesa per prolungare di sei mesi la moratoria a favore delle aziende in difficoltà: uno strumento che nel corso dei 18 mesi passati ha consentito a molte imprese di superare problemi momentanei grazie all’allungamento e alla rimodulazione del debito. Uno degli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro di oggi, a Roma, a Palazzo Altieri, sarà proprio il rapporto tra banche e imprese alla luce della situazione dell’economia.
Argomento rilevante, in particolare per i grandi istituti, la partita che si gioca quest’anno sul piano della liquidità, con oltre 230 miliardi di euro da restituire a investitori che hanno sottoscritto bond che vanno in scadenza. Saranno perciò necessarie operazioni di rifinanziamento, che rischiano però di diventare più onerose di fronte al perdurare dell’instabilità a livello europeo.

Da Draghi, che è componente del Consiglio del governatore della Banca centrale europea, i banchieri italiani attendono anche qualche parola sulla politica monetaria della Bce nel futuro prossimo. Per il momento la Banca centrale appare orientata a non modificare i tassi di riferimento, anche se si avvertono tensioni per quanto riguarda la stabilità dei prezzi.

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