Oggi la protesta contro la chiusura del S. Giacomo

Questa mattina manifestazione pubblica in difesa del San Giacomo, con appuntamento alle ore 10 all’angolo fra il Corso e via Canova. Fra i promotori, i consiglieri del Pdl Federico Mollicone (Comune) e Maurizio Forliti (I Municipio), Italia Nostra, rappresentanti dei lavoratori dell’ospedale, il comitato di quartiere di Campo Marzio, l’associazione Tridente, l’Associazione abitanti per la tutela del centro storico. È annunciato anche un corteo con volantinaggio. Il presidente della Regione, Piero Marrazzo, sul San Giacomo si trova praticamente tutti contro, tranne quelli della sua diretta scuderia. Eppure insiste nel disegno di smantellare il più importante nosocomio del centro di Roma. Un salto nel buio. 40mila interventi di pronto soccorso all’anno, 5mila ricoveri, 170 posti letto, tutto questo sarà cancellato. Per fare che? Ambienti bene informati dicono che il San Giacomo sarà venduto a un vip dell’edilizia capitolina, che lo trasformerà in albergo di lusso. Affari d’oro, soldi a palate anche per la sanità privata. Tutti contenti. Meno i residenti e i turisti, un’utenza potenziale stimata in 500mila persone all’anno.
Senatore Cesare Cursi, da presidente dell’Osservatorio nazionale di Sanità e Salute, come giudica la vicenda?
«Non posso nascondere la mia indignazione, la mia assoluta contrarietà. Dico un no forte e chiaro alla chiusura». Per quali motivi? «Primo, perché l’ospedale è una struttura funzionante, che ha dato e continua a dare lustro alla città, di cui c’è assoluto bisogno. Secondo, non capiamo perché, se si voleva chiuderlo, solo pochi mesi fa si sono spesi addirittura 9 milioni per ristrutturare i reparti e comprare nuove apparecchiature mediche. La verità? Sotto c’è un’operazione di speculazione immobiliare».
Circola voce che al posto del San Giacomo sorgerà un albergo a cinque stelle.
«Su questo non mi pronuncio. Dico solo: attenzione! Perché noi faremo la nostra parte. Presenteremo, se necessario, una denuncia alla Corte dei Conti e a tutte le sedi della magistratura. Vogliamo capire la sorte del personale medico, infermieristico e amministrativo (700 persone complessivamente, ndr). In particolare dove finirà il personale di cardiologia, ortopedia e medicina interna. Ci risulta che, mentre Marrazzo vuole chiudere il San Giacomo, contemporaneamente c’è qualcuno che continua a creare all’interno dell’ospedale nuove strutture. Più o meno complesse. Sarebbe la fine del mondo, se ciò fosse confermato. Come Osservatorio stiamo facendo accertamenti».
Marrazzo ha annunciato che aprirà in centro un poliambulatorio a uso di turisti e residenti. Basterà?
«C’è molta confusione, va chiarito il lato economico dell’operazione. Che fine faranno gli attuali lavoratori, qual è il piano industriale di questa nuova struttura? A che servirà, quanti nuovi posti di lavoro verranno creati? Non si può andare avanti a vista. Ripeto, la confusione è tanta. Al Nuovo Regina Margherita - un altro ospedale che la Regione chiuderà - hanno comprato da poco una nuova Tac, dopo la chiusura che fine farà?».
Ritiene che la chiusura del San Giacomo sia per Marrazzo un altro passo avanti verso la revoca del commissariamento?
«Lui ama la politica degli annunci, ha voglia di tenersi stretta la poltrona di commissario, ma doveva produrre un piano di rientro.

E questo, salvo fatti nuovi, è stato bocciato. Marrazzo si ricandiderà alla Regione nel 2010? Ma dopo le ultime dichiarazioni su alleanze e maggioranze, in quale progetto politico rientra a livello regionale, e ancor più a livello nazionale?».

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