Oggi pomeriggio non ci saranno solo gli appassionati incollati ai notiziari radio, internet e quant’altro per sapere in tempo reale se Valentino Rossi ce l’ha fatta oppure no. Ci sarà molto di più, un esercito di Rossi-dipendenti composto da varia umanità di nazionalità diverse che con motivazioni altrettanto diverse attenderà trepidante il verdetto: Valentino ce l’ha fatta e tornerà subito a correre, fra due domeniche, in Germania, oppure aspetterà il 22 agosto, Brno, grigia e boscosa Repubblica Ceca?
A un mese esatto dall’incidente del Mugello, a 30 e rotti giorni dalla frattura esposta di tibia e perone alla gamba destra, dalle due operazioni, dalla spalla rovinata, il nove volte campione del mondo, stamane, al più tardi nel pomeriggio, tornerà in sella a una moto sulla pista amica e di casa di Misano. Con lui i collaboratori e gli amici di sempre, il manager e team manager Davide Brivio, William Favero, il fisoterapista Carlo, Uccio l’amico di una vita, probabilmente anche babbo Graziano. La sua tribù, il suo staff, i fratelli che si porterà dietro nella prossima avventura, in Rosso, sulla Rossa, Rossi e la Rossa Ducati, il sogno che presto potrebbe diventare realtà.
Valentino si avvicinerà alla Yamaha R1 Superbike presa in prestito al mondiale cugino e ai colleghi James Toseland e Cal Crutchlow.
Un mostro quattro tempi, una belva solo un briciolo meno affamata della R1 MotoGp, ma non la moto stradale originariamente pensata dalla squadra per farlo provare. No. Valentino ha chiesto espressamente qualcosa che lo mettesse davvero alla prova. Solo così avrà la certezza sul proprio reale stato di salute. Solo così potrà dire «sì, correrò in Germania il 18 luglio», che poi vuol dire venerdì 16, giorno di prime libere, fra neppure dieci giorni. Solo così potrà dire senza titubanze nel cuore e nella mente «no, non è ancora il momento, meglio lasciare che la gamba guarisca di più...». Una prova, quella di oggi, che vale un mondiale, una prova senza aiuti tecnici, rifiutati infatti i sistemi sul manubrio, stile Doohan, utilizzati per azionare il freno posteriore con le dita.
Il popolo dei Rossi-dipendenti sarà a Misano, fisicamente (benché il test sia a porte chiuse) o con il pensiero, perché troppo dipende da lui. Tre Gp senza il signor Rossi e gli organizzatori del campionato paiono zombie che non si raccapezzano sul da farsi, sul come dare mordente per cui a Barcellona hanno benedetto sia il vociferare sul possibile rientro anticipato del Fenomeno sia l’intensificarsi del tormentone Ducati.
In assenza dell’uomo in carne ed ossa, va benissimo il solo parlarne, questo il diktat espresso e non espresso dei padroni del motomondo.Oggi la prova, verso le diciotto la riflessione, il consulto, il controllo dei contraccolpi subiti dalla gamba martoriata e, all’imbrunire, l’annuncio. Un «sì» o un «no». Alla Valentino, senza compromessi.
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