La Scala di tutti. Questa la chiave della Prima di questanno. Una versione più popolare di un evento vip per eccellenza, da sempre riservato a una platea di pochi eletti. Questanno meno. La città potrà partecipare di più. Per la prima volta, alla vigilia dellopera, il maestro dorchestra ha perfino voluto incontrare i cittadini in un evento pubblico per parlare con loro del Don Giovanni e per condividere. Mai accaduto finora.
Daniel Barenboim, che stasera dirigerà i musicisti, ieri sera era al teatro Ringhiera assieme ai milanese appassionati di lirica. «A me piace il 7 dicembre non per laspetto mediatico o di mondanità - ha detto - ma perché ho il sentimento che tutta Milano respiri e viva la Scala. Il 7 mattina vado sempre a fare una passeggiata - ha poi raccontato - e si sente la Scala dapperutto e questo mi piace moltissimo».
Pronto per levento? «Con la musica non si è mai pronti, ma siamo pronti al punto in cui lo si può essere» ha commentato, saggio, pacato. Ma emozionato, questo sì. Il Don Giovanni in scena stasera è infatti qualcosa di particolare. Le sorprese durante lopera mozartiana sono tante e il direttore parla di «un omaggio alla Scala». Commentando lallestimento, Barenboim lo ha infatti definito «teatro nel teatro» e ha sottolineato come anche il pubblico sarà protagonista.
Il primo colpo di scena sarà allinizio dello spettacolo: il sipario cadrà e le luci si accenderanno illuminando la sala. In questo modo il pubblico si potrà riflettere in un enorme specchio, un vero omaggio alla platea, come a dire che il vero protagonista della serata è il teatro del Piermarini. Insomma, quello in scena stasera sarà un Don Giovanni «su misura» e che non potrà essere riproposto su ogni palco. «Lo spettacolo sarà a settembre al Bolsoj a Mosca perché somiglia molto alla Scala - spiega il maestro - ma non si può suonare in un teatro con altre dimensioni e unaltra estetica».
Barenboim è particolarmente entusiasta della versione del Don Giovanni e la rivisitazione del personaggio gli piace perché lo rende più vicino alla gente. «Diciamo le cose come stanno: chi di voi non ha mai conosciuto fra i propri amici, fra i propri conoscenti un tipo simile? Don Giovanni è un mito proprio perché è quel tipo di personaggio vero che esiste nella società: un uomo libero, schiavo solo della volontà di sedurre».
La lezione di Barenboim al Gratosoglio è stata presentata dallassessore alla Cultura, Stefano Boeri, secondo cui «è giusto che le cose importanti che accadono a Milano debbano essere comunicate anche negli spazi lontani dal centro». «Ci sono poche opere - aggiunge il maestro - dove sia la musica che il libretto sono dei capolavori e vanno sempre insieme, ciascuno è al servizio dellaltro, come in un permanente ping pong».
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