Come una strage al giorno. Sono numeri da bollettino di guerra quelli analizzati dalla regione. Eppure è una guerra silenziosa. Senza clamore lo scorso anno in Lombardia a causa del fumo sono morte 26mila persone. Una cifra impressionante, qualcosa come 72 morti al giorno a causa di tumori, malattie cardiovascolari o respiratorie. Ma è una guerra che il sistema sanitario regionale vuole vincere. Perché labitudine al fumo (la Lombardia vanta la percentuale delle fumatrici 17,8 più alta di quella nazionale) costituisce per limpatto che comporta sulla salute e conseguentemente sul sistema sanitario, una priorità nei confronti della quale occorre attuare strategie di prevenzione e di limitazione del danno. Per questo lassessorato regionale alla sanità ha dettato le linee guida per i 49 centri antifumo presenti su tutto il territorio. Per offrire percorsi omogenei, ma soprattutto efficaci alle persone che vogliono abbandonare la dipendenza dalla nicotina. Inutile affidarsi allagopuntura e allipnosi. Nel documento regionale questi due trattamenti per smettere di fumare sono stati classificati fra quelli «non efficaci». Sì invece al trattamento farmacologico per contrastare la dipendenza e al counselling psicologico per evitare ricadute. Ma non solo: «Lo svolgimento dellattività deve essere effettuato in un ambiente che consenta la differenziazione dellutenza tabagista da altre tipologie - si legge nel documento -. Gli orari di accesso e funzionamento devono garantire attese non superiori ai 30 giorni e sono raccomandate fasce di accesso in orario compatibile con lutenza che lavora. Il personale che svolge lattività deve essere in possesso di competenze specifiche e dunque: avere ricevuto una formazione in ambito tabaccologico, con frequenza a corsi riconosciuti ed essere regolarmente aggiornato. «Luso di farmaci si dimostra efficace e capace di incrementare notevolmente i tassi di cessazione nel lungo periodo - scrivono gli esperti -. I principali farmaci sono Nicotina (Nicotine replacement Therapy), Bupropione, Vareniclina. Per questi medicinali andrebbe considerata la possibilità di un rimborso da parte del sistema sanitario».
E poi: «fornire supporto psicologico come parte del trattamento, aiutare il soggetto che ha smesso di fumare o sta smettendo ad opporsi alle pressioni ambientali, rafforzando in lui la capacità di dire di no». Una battaglia da combattere soprattutto per i più giovani: chi inizia a fumare a 15 anni ha un alto rischio di sviluppare un tumore al polmone già a 40-45 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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