Ogni giorno otto milanesi perdono la casa

L’esperto: «Tassi di interesse troppo alti. La gente non sa a cosa va incontro»

Otto milanesi al giorno perdono la propria casa perché non hanno più i soldi per fronteggiare il mutuo. È sufficiente una malattia, un contratto di lavoro non riconfermato, un imprevisto qualunque e il budget familiare si sgretola. Primo piano del tribunale, III sezione civile: qui vengono depositate le istanze di vendita all’asta delle abitazioni requisite dalle banche per morosità. E i dati mostrano una situazione terribile e allarmante per decine di famiglie.
«Negli anni passati le istanze di vendita si attestavano tra le 1.000 e le 1.500 all’anno - spiega il presidente della terza sezione civile Gabriella D’Orsi -. Da gennaio, in soli due mesi ne sono state depositate 500». Un aumento del cento per cento. «È sinonimo di crisi? Di solito sì», spiega Gabriella D’Orsi. Il fenomeno è trasversale a colpisce tutti i ceti. All’asta si trovano monolocali, bilocali, ma anche attici.
«Abbiamo appena venduto un attico di 200 metri quadrati sui Navigli. La famiglia è entrata in crisi economica con la malattia del padre. Libero professionista non ha potuto lavorare per mesi. Non sono più riusciti a far fronte alle spese e la banca gli ha pignorato l’immobile», racconta un cancelliere.
Ma non sono gli unici. Appartamenti di periferia o del centro, di tre stanze o di cinque più terrazzo.
«Abbiamo alcuni casi che hanno dell’assurdo - racconta ancora il presidente di sezione -. Ci sono persone che si sono viste requisire la casa perché non sono riusciti a pagare le spese condominiali. O perché hanno accumulato le spese ordinarie, spesso altissime, o perché non sono riusciti a far fronte a quelle straordinarie».
Le vicende umane che si intrecciano in questo corridoio brulicante di avvocati e di fascicoli di creditori e debitori esposti al pubblico sono tante. C’è chi ha perso il lavoro, chi si è trovato di fronte a un problema di salute o più semplicemente a una separazione. E stando agli esperti non c’è nulla che impoverisca le famiglie più di un divorzio: con gli stessi stipendi si ritrovano a dover mantenere due case, due auto, due di tutto.
«Ma c’è anche chi si ritrova all’asta la casa perché nel giro di due anni i tassi di interesse sono aumentati di almeno due punti percentuali - racconta Mario Leone un avvocato esperto in materia -. Spesso la gente non sa a cosa va incontro. Chi ha contratto mutui a tasso variabile si ritrova poi con rate più alte che non riesce più a pagare». «Oppure ci sono quelli che hanno contratto rate per tutto: dalla casa al televisore, al frigorifero. A loro che hanno spesso buste paga falcidiate dai debiti per mandare in tilt il bilancio familiare è sufficiente una spesa imprevista dal dentista».
Il fenomeno colpisce anche gli stranieri, nuovi acquirenti di appartamenti in città, soprattutto di piccolo taglio.
Almeno il dieci per cento delle abitazioni battute all’asta erano state acquistate da extracomunitari. In questi casi si tratta di monolocali o bilocali spesso in periferia.
«Ci sono immigrati che appena hanno in mano un contratto di lavoro qualsiasi si presentano alle banche a chiedere il mutuo. Poi tempo otto, dieci mesi non hanno i soldi per pagare la rata. Non sanno che le rate del mutuo non sono come le pigioni d’affitto. Coi mutui bancari è sufficiente saltare anche solo un pagamento che scattano subito le procedure della messa in mora e del pignoramento», spiega il legale.
«Proprio l’altro giorno è entrato a depositare un fascicolo un avvocato - racconta un cancelliere -.

Si lamentava e diceva che almeno fino a poco fa la gente arrivava a pagare senza problemi le prime 36 rate, adesso si comincia ad essere insolventi anche dopo le prime quattro o cinque». Al primo piano del Tribunale il lavoro, purtroppo, non manca.

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