da Roma
Migliora il fabbisogno di cassa del Tesoro, peggiorano le attese dinflazione. Lanno si apre in chiaroscuro, con i conti pubblici di gennaio in attivo per 300 milioni di euro e un carovita che, secondo le previsioni degli economisti, sfiora ormai il 3%. I dati dellIstat saranno resi noti martedì, ma Mister Prezzi, il nuovo garante nominato dal governo Prodi, già lancia lallarme: «Ci attendiamo per martedì un dato che non sarà confortevole», dice Antonio Lirosi.
Fabbisogno ok in gennaio. Nel mese appena concluso, il fabbisogno di cassa è risultato in attivo per 300 milioni di euro. Nello stesso mese del 2007 il dato era stato negativo per 1,23 miliardi. Sul saldo ha influito positivamente laumento del flusso delle entrate fiscali - spiega il ministero dellEconomia - parzialmente attenuato da alcuni pagamenti. Tra questi, lerogazione alle Regioni di una quota delle anticipazioni necessarie per estinguere i debiti della sanità, e spese legate al decreto di fine anno.
Il fabbisogno annuo 2007 si è chiuso a 27 miliardi di euro, 7 miliardi e 600 milioni in meno del 2006. Il buon andamento dei conti continua ad essere alimentato dalle entrate fiscali, in costante aumento. Il ministero dellEconomia sottolinea, con soddisfazione, che lultimo avanzo di cassa registrato nel mese di gennaio risale al 2001.
In realtà non si tratta di un precedente confortante, visto che il disavanzo di quellanno si concluse al 3,2%, oltre i limiti di Maastricht.
«Tesoretto» da 6 miliardi. Secondo il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ci sarebbe la possibilità, visto landamento dei conti pubblici, di restituire a lavoratori, pensionati e famiglie con figli piccoli una quota di extra-gettito tra i 5 ed i 6 miliardi di euro. «Si può fare non con la riduzione delle aliquote - spiega - ma estendendo la no tax area e utilizzando le risorse provenienti dalla lotta allevasione. È unoperazione necessaria - aggiunge Epifani - perché la crisi economica italiana dipende in primo luogo dal calo dei consumi». E critica il governo Prodi che ha rinviato la restituzione fiscale.
Inflazione verso il 3%. I sindacati si preoccupano per lintervento fiscale sui salari, ma sulle retribuzioni e le pensioni cè un pericolo incombente: laumento del costo della vita. Martedì lIstat renderà noti i dati dellinflazione in gennaio, e cè preoccupazione diffusa per la concreta possibilità che il tendenziale arrivi al 3%. A lanciare lallarme è il garante Antonio Lirosi: «Ci attendiamo per martedì un dato statistico che non sarà confortevole».
Perciò Mister Prezzi lancia un appello perché, tra febbraio e marzo, chi ha il potere di farlo non aumenti i prezzi, anzi li riduca, «creando così un effetto virtuoso per il resto dellanno». Gli analisti non sono ottimisti: le stime vanno tra il 2,8 e il 3%, con energia e alimentari in prima fila ad alimentare linflazione.
Il problema riguarda tutta Europa, non solo il nostro Paese: nella media dellEurozona linflazione è arrivata in gennaio al 3,2%, ben oltre lobiettivo (2% della Banca centrale europea).
«È la nostra preoccupazione principale», commenta Nicolas Garganas, componente del consiglio direttivo dellistituto. Il prossimo incontro del Consiglio del 7 febbraio non dovrebbe, tuttavia, vedere un aumento dei tassi dinteresse.
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