Si profila una nuova richiesta di archiviazione nellambito dellindagine sulluccisione della contessa Alberica Filo Della Torre. Il giallo dellOlgiata era stato riaperto in seguito allintervista in cui Naike Rivelli, la figlia di Ornella Muti, dichiarava di conoscere importanti particolari sul delitto. Questa almeno sarebbe lintenzione del procuratore Italo Ormanni alla luce dellaudizione della Rivelli, sentita mercoledì dai carabinieri. La donna non ha infatti saputo fornire alcun indizio inedito ai carabinieri utile allavvio di nuove indagini.
Nel giugno scorso la Rivelli aveva rilasciato una intervista nella quale affermava: «Lo sanno tutti chi è stato. Invece a suo tempo misero in mezzo un ragazzo che non centrava niente». A sollecitare i nuovi accertamenti era stato Pietro Mattei, marito della contessa, con unistanza presentata a settembre in Procura. Analogo provvedimento di archiviazione era stato sollecitato nel giugno scorso dal magistrato per la mancata identificazione del responsabile dellomicidio.
I fatti risalgono alla mattina del 10 luglio 1991 quando la contessa Alberica Filo della Torre fu trovata morta, picchiata e strangolata nella stanza da letto della sua villa allOlgiata. Quella mattina erano in corso i preparativi per una grande ricevimento in occasione dei dieci anni di matrimonio con il costruttore Pietro Mattei.
Le indagini del pm Cesare Martellino portarono a sospettare di Roberto Jacono, figlio dellinsegnante privata di Domitilla e Manfredi, i due figli della contessa, che aveva libero accesso alla villa e che si vide recapitare un avviso di garanzia per omicidio volontario. Nella sua abitazione furono trovati dei jeans con delle macchie di sangue. Anche un domestico, il filippino Manuel Winston, fu indagato dopo avergli trovato dei pantaloni con tracce che sembravano di sangue. Ma gli esami del dna su quelle tracce diedero risultato negativo. Tanti sono stati i falsi allarmi nel corso dellinchiesta. Tanti anche gli interrogativi, soprattutto sul movente e sul come lassassino fosse riuscito a entrare nella villa. Le prime a essere interrogate furono le due domestiche filippine, Violeta Apaga e Rupe Manuel, che però rifilarono agli investigatori una sequela di «non so». Per superare limpasse Mattei decise di offrire un premio di 500 milioni di vecchie lire a chi avrebbe offerto notizie utili a chiarire i motivi delluccisione di sua moglie.
Insomma, dopo quasi quindici anni di indagini caratterizzate da un groviglio di piste che hanno coinvolto personaggi di tutti i generi, dai domestici a funzionari dei servizi segreti, dai vicini di casa a personalità in vista del mondo della finanza, del colpevole non è stata trovata ancora alcuna traccia.
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