Olimpiade, Veltroni contro Milano

Claudio De Carli

Ennò, caro signor sindaco di Roma, qui c’è qualcosa che non quadra: «Sono contrario alle sfide tra città italiane. Preferirei che si ragionasse in termini d’Italia: sia il Paese a scegliere qual è la candidatura più forte». Lo ha detto proprio il sindaco di Roma Walter Veltroni a chi gli chiedeva quale sarà, tra Roma e Milano, la città vincitrice della candidatura alle Olimpiadi 2016. E fin qui chiunque potrebbe definire questo un commento lodevole, insomma in linea con un’inutile guerra. Se non fosse che la prima candidatura romana era effettivamente anteriore a quella milanese, ma per i Giochi del 2012. Per quelli del 2016 è arrivata prima Milano, e Roma si è poi sovrapposta. Il rammarico per la precedente bocciatura romana non gratifica Milano e il nervo è apertamente scoperto, infatti Veltroni lo ricorda: «Abbiamo un conto in sospeso - ha ricordato -. Nel 1997 ci siamo rimasti molto male».


Ma dopo le belle parole d’apertura, il sindaco di Roma ha ricordato che per il 2016 la candidatura della capitale è forte e non scherza affatto: «Le iniziative messe in campo dall’Amministrazione capitolina - ha ricordato improvvisamente -, sono importanti, come la realizzazione a Tor Vergata del Villaggio dello sport, opera dell’architetto Calatrava e dove peraltro si disputeranno i mondiali di nuoto del 2009».
Ma dai. E pensare che Milano si era tolta dagli impicci per trovare un posto al sole candidandosi per il 2016. Se proprio Veltroni non vuole sfide, batta un colpo, e candidi la Capitale per il 2020 o a seguire.

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