Gerusalemme. Ununica e rapida operazione: così, per il premier israeliano Ehud Olmert, dovrebbe essere attuato il piano di convergenza, ossia il ritiro dalla Cisgiordania ed entro il 2008 saranno tracciati confini definitivi di Israele. Olmert ha spiegato che il ritiro comporterà lo smantellamento di migliaia di abitazioni, ma che molti coloni saranno trasferiti in insediamenti che Israele manterrà in Cisgiordania.
Il governo israeliano, scrive il quotidiano Haaretz, non ha ancora discusso del ritmo con cui deve essere portato a termine il piano di disimpegno e non dovrebbe definirlo prima dellincontro tra Olmert e il presidente dellAnp Abu Mazen previsto per la fine di giugno. Secondo il premier israeliano, inoltre, lo Stato ebraico potrebbe ottenere un sostegno maggiore dalla comunità internazionale scegliendo la strada di ununica e grande operazione.
Prima della sua partenza per gli Usa, Olmert aveva respinto una proposta presentata del vice premier Shimon Peres, che invitava a portare a termine il ritiro in sei tappe. La prima fase del disimpegno dovrebbe consistere semplicemente nellevacuazione di due piccoli insediamenti, che contano pochi abitanti. Questo consentirebbe di lasciare una vasta zona al controllo palestinese e allo stesso tempo di ottenere il sostegno della comunità internazionale.
E ieri Olmert, annunciando che incontrerà Abu Mazen «verso la fine di giugno», ha detto: «Per il riavvio del negoziato non rinuncerò alla Road Map». Il premier ha sottolineato anche che, se dallincontro non emergerà alcun accordo, Israele procederà «in modo indipendente» al ridislocamento dei coloni in Cisgiordania.