Oltre 800 arresti contro la mafia di «Rifiuti Spa»

Di qua i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, dal 2001 riuniti sotto il Comando per la tutela dell’ambiente, impegnati a stroncare i traffici illeciti della monnezza pericolosa. Di là i criminali della Rifiuti Spa, organizzazione criminale ramificata ovunque, tale e quale alla trasposizione cinematografica di Gomorra. Una guerra senza esclusione di colpi, perché lo smaltimento un tanto al chilo frutta milioni di euro al giorno. Da otto anni, con la nuova normativa, i carabinieri dell’Ambiente fanno strage di risultati. Il che, se da un lato è buon segno, dall’altro dà l’idea della vastità del fenomeno: 170 indagini concluse, 800 arresti, 2300 persone denunciate, 4.731 controlli. Solo quest’anno altre 288 persone segnalate, 3.464 denunciate, 775 sequestri. Numeri impressionanti. Per operazioni a largo raggio sfociate ben oltre i confini dell’Italia e ben al di là di quelli classici della materia ambientale, se è vero che ormai il Noe è il reparto che in percentuale sforna più inchieste «politiche» sulla scia degli affari sulle nuove energie. E comunque alla base c’è sempre la mafia, campana soprattutto, che ha trovato nel traffico «nero» dei rifiuti una incredibile fonte di guadagno. Le due indagini più note portate a compimento dal Noe sono cristallizzate nel 1999 e nel 2003, perché, gira e rigira, sempre ai personaggi investigati in quelle operazioni (Cassiopea e Re Mida) e ai loro referenti occulti si torna a parlare. Lavoro non facile quello del Noe, se si pensa che nessuna regione, Val D’Aosta esclusa, è immune dal problema. Lavoro difficile perché il fenomeno, a forza di inchieste, e di condanne, per sopravvivere ha cambiato pelle. Mentre negli anni precedenti la «Rifiuti Spa» seguiva un percorso collaudato, spostando il materiale da Nord a Sud e falsificando le carte per far sembrare le cose più o meno lecite, ora questo non succede più. In ogni regione, per così dire, ci si è messi in proprio contando su funzionari compiacenti, discariche abusive, trasporti «aggiustati». Solo dieci anni fa le parole di un pentito del clan Perrella facevano sorridere: «La monnezza è oro». Quanto la droga. I Casalesi furono i primi a intuire le potenzialità nascoste nel traffico illecito dei rifiuti, e i carabinieri del Noe gli andarono dietro scoprendo il sistema dello smaltimento a tutto tondo. Se a ciò si aggiunge la corruzione in alcuni settori delle amministrazioni locali e l’atteggiamento compiacente proprio di chi dovrebbe verificare le attività autorizzate, s’intuisce il lavoro mastodontico svolto da Noe in questi anni per sopprimere questi traffici. Con l’operazione Cassiopea si svela un sistema collaudato, classico: quello dei rifiuti speciali che dal Centro-nord finiscono in Campania e Puglia dove con un gioco di prestigio diventano «non pericolosi». Le aziende coinvolte, fra centri di stoccaggio, società commerciali e di gestione discariche e società di autotrasporto, furono 41. Negli anni, quelle direttamente coinvolte, superano il centinaio. Milioni tonnellate di rifiuti pericolosi smaltiti illecitamente, abbandonati in cave, interrati in aree agricole, disseminate in siti industriali e persino in alcuni laghi.

Per questo il Noe è stato rinforzato con 29 nuclei operativi che spaziano anche sul fronte dell’inquinamento atmosferico, idrico, acustico, sui traffici nucleari e gli Ogm. Insomma, in occasione del 196esimo anniversario della nascita della Benemerita, i carabinieri del Noe rappresentano la migliore sintesi fra l’Arma del passato e quella che guarda al futuro.
LuRo

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