Cronaca locale

Oltre al danno la beffa: il box arriva 2 anni dopo e costa il 40% in più

Oltre al danno la beffa. Uno compra un box auto, crede di aver fatto un buon investimento. E si trova invece a digerire un autentico salasso. Non solo per il ritardo della consegna ma anche per i costi lievitati del 30 per cento, anche del 40. Quasi raddoppiati. Chi ha previsto una spesa intorno ai 20mila euro si trova a doverne sborsare quasi 40mila. La storia si ripete pressoché identica per vari parcheggi. E i cittadini lamentano tutti le stesse cose: in via Bacchiglione, dove il cantiere si è protratto per quasi due anni, al di sopra di ogni aspettativa, il prezzo medio di un box è passato dai circa 16mila euro iniziali a quasi 23mila. Stessa solfa, ritardi e prezzi alle stelle in piazzale Loreto, via Valassina, via Venosa, largo Murani, piazza Novelli, via Caterina da Forlì. Alla faccia del buon investimento. I comitati spontanei sorgono come funghi da anni ma il risultato non cambia: i prezzi continuano a salire ben oltre gli adeguamenti Istat e le imprese che hanno vinto gli appalti e che non rispettano gli accordi non si trovano sulle spalle nemmeno una penale. Si chiedono più garanzie nell’assegnazione delle gare e una gestione più oculata degli «imprevisti» durante i lavori: dai ritrovamenti archeologici alle falde idriche.
Non sono solo i comitati di cittadini a chiedere più tutele. Anche gli organi istituzionali si fanno sentire. È datata febbraio 2006, quasi un anno fa, la relazione consegnata dal difensore civico Alessandro Barbetta al Consiglio comunale. Un dossier di 200 pagine in cui si affronta a chiare lettere anche il problema dei parcheggi interrati, dopo un anno di segnalazioni da parte dei cittadini. L’ombudsman milanese, che ha il compito di individuare le disfunzioni comunali e dare suggerimenti per correggerle, denuncia una scarsa informazione sui ritardi dei lavori e sugli aumenti Istat, lamenta poca vigilanza da parte delle commissioni e poca trasparenza sui criteri di assegnazione degli appalti. Chiede più veridicità nei contenuti delle pubblicità delle cooperative perché tempi e costi siano realmente rispettati. E sollecita più controlli sugli aumenti dei prezzi. «Per quanto riguarda il passato - spiega Barbetta - le questioni riguardano avvocati e tribunali. Sarebbe bene che per il presente si introducessero dei correttivi». E le penali per le imprese che non sono state ai patti? Non solo vanno applicate. Secondo il difensore civico «vanno riviste». Un altro punto ancora: il difensore ritiene assolutamente necessario rendere indipendente il comitato di vigilanza, ora costituito, per ciascun cantiere, da tecnici comunali che vengono pagati dal concessionario. Un vizio di forma da correggere per rendere più efficace il sistema dei controlli. Indicazioni accolte dal Comune e, si spera, in via di applicazione.
«I guai traggono linfa da una radice comune - spiega Barbetta -. Il troppo nebuloso confine tra ruolo della politica e ruolo della burocrazia. Vanno nettamente distinte e separate le responsabilità in capo agli organi elettivi (obiettivi e strategie politiche e relativi controlli) dalle responsabilità in capo alla burocrazia (gestionali, tecniche e amministrative)».

Oggi sono più di 200 le aree dove sorgeranno nuovi parcheggi: una settantina sono già finiti, in 40 i lavori sono in corso mentre tutti gli altri sono bloccati da ricorsi e burocrazia.

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