Circa 3.500 tonnellate di rifiuti provenienti da varie regioni sarebbero state interrate illecitamente in riva al Tevere nel corso di un solo mese; in un anno almeno 40.000 tonnellate avrebbero subito questo smaltimento. Si tratta di una fittizia attività di recupero di rifiuti speciali (inerti provenienti da demolizioni, fanghi industriali e ceneri provenienti da inceneritori) scoperta dalla Forestale. Una volta giunti presso un impianto a Graffignano (Viterbo), con il falso presupposto di essere poi trasportati ad Alviano (Terni) per il loro recupero presso unaltra società collegata, venivano invece caricati su camion per essere poi sepolti nel viterbese nei terreni di proprietà di unaltra società del gruppo, nelle vicinanze del Tevere. Lo ha scoperto il Nucleo Investigativo di Polizia ambientale e forestale (Nipaf) del Corpo forestale dello Stato, comando provinciale di Viterbo, effettuando trenta perquisizioni in sette regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Calabria.
Oltre duecento gli uomini del corpo forestale impegnati nelloperazione girotondo. Coinvolti, oltre al Nipaf di Viterbo, i comandi stazione operanti sul territorio, oltre ad unità del Corpo forestale dello Stato provenienti da varie regioni dItalia. Nel corso delloperazione sono state eseguite sei misure cautelari a carico di altrettanti indagati e sequestrati un impianto industriale a Graffignano (Viterbo), gli uffici toscani, laziali e umbri di quattro società, nonché una cava e cento ettari di terreni agricoli, sempre a Graffignano.
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