AlessandriaNon si erano accesi solo su di lui i riflettori quel 21 febbraio 2001, quando la signora Susi Cassini e il figlioletto Gianluca furono devastati dalle coltellate nella villa di famiglia a Novi Ligure. Era stata la primogenita della donna, Erika De Nardo, a finire al centro dellattenzione. Era lei il personaggio principale della vicenda, tanto che, in tribunale, ricevette la condanna più alta: sedici anni a fronte dei quattordici di Omar. Ma da anni, ai giornalisti che in un modo o nellaltro riescono ad avvicinarlo, Omar fa sapere che lei ormai è uscita per sempre dalla sua vita: «Oggi mi è indifferente, non mi interessa, capitolo chiuso», ha riferito al quotidiano La Stampa. Quattro anni fa, a un settimanale, aveva precisato che non le portava nemmeno rancore. Con il passare del tempo sono arrivati, per i due, gli sconti di pena dovuti alla liberazione anticipata, lindulto e, per Omar, la semilibertà. Recluso nel carcere di Asti, da un mese il giovane lavora (con orario 8-19) come giardiniere in una cooperativa impegnata nella cura delle aree verdi della città.
Di solito è in serra, a preparare vasetti, ma a volte, assieme a un collega, va a occuparsi delle aiuole. «Si impegna a fondo», dicono alla cooperativa. Forse farà il giardiniere anche quando uscirà definitivamente dal carcere, anche se dice di essere un appassionato di computer.
Omar in semilibertà ora fa il giardiniere «Ho dimenticato Erika e sogno il mare»
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