Potenza del Fenomeno. La nuova Ferrari si ritoglie i veli, cioè gli stessi che aveva lasciato cadere la settimana scorsa tra i fiocchi di neve di Fiorano, e si presenta ovviamente di nuovo bella e identica, salvo qualche adesivo in più. Questione di sponsor. Novità vera, invece, è che dopo anni, la Rossa sfida la scaramanzia regina sovrana in casa del Cavallino, cambiando nome, abbandonando la sigla celebre effeduemilaeuno e due e tre e via dicendo per una più sbrigativa 248 F1. Dove il 2 e il 4 stanno per 2400, la nuova cilindrata imposta da regolamento, e l’8 ricorda gli otto cilindri sempre imposti dal di cui sopra.
La nuova Ferrari si toglie i veli e si mostra bella ed elegante e con soluzioni decisamente originali a livello aerodinamico. Rispetto alle monoposto presentate nel recente passato, solo dei manichini, stavolta porta in dote anche i tempi fatti nei test a Fiorano, tempi che rincuorano gli animi rosso vestiti. Ci sarebbe dunque tutto il necessario per parlare di rivincita, di macchina da battere, di auto nata bene e invece ancora una volta, l’ennesima volta, si parla molto della Rossa e ancor più di Rossi.
A Madonna di Campiglio, dove la squadra è stata presentata giusto un paio di settimane fa, l’erede di Barrichello, Felipe Massa, non ha fatto in tempo a parlare che è stato sepolto sotto la neve dalla sola presenza di Valentino sciatore in vacanza sulle stesse piste. Il giorno dopo Michael Schumacher, non proprio l’ultimo dei piloti, ha passato metà conferenza stampa a discorrere amabilmente sulle possibilità di Valentino di esordire e far bene in F1, tanto che alla fine, spossato, ha ammesso: «Sì, ce la può davvero fare». Il giorno dopo ancora, ecco il turno del direttore generale del Cavallino, monsieur Jean Todt: «Sì, gli faremo fare altri test». Frase a cui è seguita una battuta sdrammatizzante: «Dicono che Valentino se la sia presa perché ho criticato la sua scelta di presentarsi a Maranello in bermuda? Per me, può venire anche in mutande».
Al Mugello, l’ultimo atto.
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