Ombre sul tesoro del Lussemburgo

La Deloitte Usa avvia un’indagine sull’emissione da 11,3 milioni di bond: forse è stata retrodatata per consentire al manager l’uso dello scudo fiscale

da Milano

Deloitte International di New York ha aperto una verifica sull’operato della consociata lussemburghese coinvolta nel rimpatrio con lo scudo fiscale dei soldi di Consorte. Dalla sede infatti si vuol capire il ruolo dell’ufficio del Granducato nell’emissione di obbligazioni da 11,3 milioni di euro acquistate da Giovanni Consorte, dal suo ex braccio destro Ivano Sacchetti e dal figlio di quest’ultimo Marco. E poi rientrate in Italia scudate.
Come anticipato da il Giornale fu la società lussemburghese Mentor Holding Sa ad emettere le obbligazioni. Ma dai documenti emergono numerose discrepanze. Sembra infatti che il verbale del CdA della Mentor nel quale si dispone il bond sia stato retrodatato per permettere a Consorte di utilizzare lo scudo fiscale. Se cioè fosse confermato, e anche la data della legalizzazione delle firme sul verbale sembra dimostrare questo, l’emissione dovrebbe essere considerata nulla secondo le leggi lussemburghesi. Da qui un processo a catena. Nulle le obbligazioni, Consorte non poteva scudarle. E quindi anche l’ombrello dello scudo fiscale si chiude, non poteva infatti essere utilizzato. Insomma, quei denari non sarebbero rientrati in Italia legalmente. Da qui l’attenzione e la prudenza di Deloitte NY. Nella verifica sembra che gli americani siano interessati anche a consultare il contratto di retrocessione tra Deloitte e Consorte che avrebbe fissato una commissione dell’1,25% come provvigione sull’operazione. Di sicuro il documento sarà integro e ben presto messo a disposizione degli incaricati d’Oltreoceano.
A questo punto si apre un nuovo scenario. Con Consorte che in questa vicenda potrebbe addirittura assumere il profilo di parte lesa. A meno che non fosse a conoscenza sin nei dettagli dell’operazione imbastita nel Granducato. In realtà nella memoria difensiva consegnata ai magistrati milanesi Consorte ha già preso le distanze dall’operazione Mentor, indicando nel commercialista Claudio Zulli, consulente anche di Gnutti, l’ingegnere finanziario della vicenda. È ovviamente ancora presto per trarre conclusioni e fare congetture. Da parte sua, interpellato nel pomeriggio di ieri l’ufficio di Deloitte Luxembourg si trincera dietro un «no comment», indicando anche la recente normativa introdotta nel Granducato che impone l’assoluto silenzio da parte dei consulenti.

Ma si capisce che in questa nuova vicenda si è solo all’inizio. Anche perché nella ricostruzione del patrimonio e delle operazioni di Consorte e della vicenda Telecom, il Lussemburgo rappresenta il crocevia più interessante.

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