Trento - I carabinieri hanno eseguito questa
notte il fermo per omicidio volontario di Nebi Smoqi, un albanese di
21 anni, residente a Grigno da una decina di anni con la
famiglia. Il ragazzo è accusato dell’accoltellamento del
29enne Luigi Michele Del Piercio, morto per un colpo di lama al
cuore ieri a Grigno, in Valsugana. L’atto è
stato firmato dal pm Fabio Biasi della procura della Repubblica di
Trento.
Discussione molto animata Secondo alcune testimonianze lo straniero sarebbe stato visto
parlottare animatamente con la vittima ad alcune decine di metri di
distanza delle scale della biblioteca dove è stato rinvenuto il corpo
esanime. Del Piercio, laureato in Scienze naturali presso l’Ateneo
trentino, era andato da Trento a Borgo per recuperare un libro che
cercava per la sua specializzazione in archeologia. Una testimone
in paese avrebbe visto l’albanese estrarre "qualcosa di
luccicante" e polemizzare animatamente con il Del Piercio
(descritto dai conoscenti come persona mite e contro la violenza).
Ucciso per "futili motivi" Secondo il nucleo informativo dei carabinieri di Trento Nebi Smoqi
avrebbe ammazzato in un attimo di follia per "futili motivi" il
ragazzo trentino che mai aveva conosciuto in precedenza e che
aveva incontrato in paese per caso ieri attorno alle 14 vicino alla biblioteca.
Gli investigatori cercano ancora sia uno zainetto dell’aggressore
(che sarebbe stato visto da testimoni), sia il coltello, arma del
delitto. Dopo l’incontro con il Del Piercio - secondo le ricostruzioni - il
giovane albanese avrebbe fatto ritorno a casa, dai nonni.
Il tetsimone C’è un testimone oculare dell’omicidio della biblioteca di Grigno. Una persona ha detto agli inquirenti di aver visto poco prima delle 14, prima dell’apertura della biblioteca, due giovani discutere animatamente davanti all’edificio chiuso. A un certo punto il testimone, che era a distanza di una trentina di metri, ha notato uno dei due afferrare l’altro per il bavero e poi estrarre dal giaccone qualcosa di luccicante e dirigerlo verso il rivale. L’aggredito è crollato a terra mentre l’aggressore si è allontanato. Più tardi l’aggressore è stato notato in paese da altre persone con uno zainetto scuro, lo stesso che aveva lo studente, e con un vistoso berretto rosso. I carabinieri, dopo aver raccolto tutte le testimonianze, in serata si sono presentati a casa dei nonni del giovane albanese.
Gravi indizi Dopo una perquisizione, oltre ad un berretto rosso, hanno trovato nella lavatrice un paio di jeans con tracce ematiche. Il capo è stato invitato immediatamente al Ris di Parma per una verifica. Nello stesso tempo il giovane, portato in caserma è stato sottoposto a un lungo interrogatorio.
Ha negato ogni addebito dicendo non essersi recato in biblioteca - dicono gli inquirenti - ma non è riuscito a dare conto di un arco di tempo di un’ora e mezza, fra le 13.30 e le 15. L’omicidio è stato commesso alle 14.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.