Gli omosessuali vogliono snaturare anche il Family Day

C’è aria di polemiche e provocazioni sull’evento che si terrà in piazza San Giovanni il 12 maggio

Gli omosessuali vogliono snaturare anche il Family Day

Il Family Day si terrà a Roma il 12 maggio. Ma in Comune e nella maggioranza, a distanza di due mesi, è già aria di polemiche. «Veltroni deve concedere il patrocinio», mette in chiaro l’Udeur romana. Al Family Day annunciano la partecipazione le associazioni omosessuali della capitale. «Una provocazione», ribatte l’Udeur.
«La famiglia è da sempre al centro del nostro programma nazionale e cittadino - ha affermato ieri il segretario romano dei Popolari Udeur, Gianfranco Zambelli -. Basti pensare ai fondi destinati dal Comune alle cooperative familiari, grazie ad un nostro emendamento al bilancio». L’Udeur per tutti questi motivi chiede il patrocinio del Comune alla manifestazione, spiega Zambelli: «Per Veltroni si tratta di un atto dovuto, tenuto conto che ha già risposto positivamente alle nostre sollecitazioni per un sostegno concreto alle famiglie». La manifestazione, indetta dalle associazioni di area cattolica, si svolgerà a piazza San Giovanni. Sono attesi i numeri delle grandi occasioni, con pullman e treni da tutta la penisola. Fra i primissimi ad annunciare la partecipazione, due giorni fa, è stata la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli: «Per noi la famiglia vera è quella composta da un uomo e una donna e suggellata dal matrimonio».
Ma la sorpresa viene dalle associazioni omosessuali: «Parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio per le famiglie, perché anche le nostre sono famiglie», affermano Agedo (Associazione genitori di omosessuali), Arcigay, Arcilesbica, Famiglie arcobaleno e Liff (Lega italiana famiglie di fatto). «Rispettiamo la Costituzione - spiega Fabrizio Marrazzo, presidente dell’Arcigay di Roma - che nel riconoscere all’art. 29 i diritti delle famiglie sposate non vieta il riconoscimento di altre unioni. Chiediamo il rispetto della Carta dei diritti dell’Unione europea che all’art. 9 stabilisce il diritto a sposarsi e il diritto a costituire una famiglia, anche fuori del matrimonio. Su questi presupposti parteciperemo alla manifestazione per le famiglie in piazza San Giovanni. Perché noi siamo famiglie». Una provocazione? Niente affatto, ribatte Marrazzo: «Noi non siamo contro nessuno. Nell’appello alla manifestazione si chiedono maggiori diritti per la famiglia, in questo ci ritroviamo anche noi». Quanto all’art. 9 della Carta dell’Ue, spiega Marrazzo, «questo è proprio il principio cui ci ispiriamo, vogliamo anche noi il diritto a sposarci».
Che quella dell’Arcigay sia proprio una provocazione politica, lo sostiene invece il senatore Maurizio Calvi, segretario regionale Udeur del Lazio: «La Costituzione è ispirata alla famiglia tradizionale, inutile arrampicarsi sugli specchi. Veltroni? Difficilmente darà il patrocinio. Dopo averlo dato all’Arcigay per piazza Farnese ormai si è schierato apertamente».

Che il Family Day, d’altra parte, sia una manifestazione di chiaro sapore antigovernativo, è difficile negarlo, sostiene il senatore Calvi: «Quel giorno potrebbero esserci in piazza anche alcuni ministri di Prodi? Non vedo perché no. In fondo se qualche ministro è andato a piazza Farnese, qualcun altro può recarsi il 12 maggio a San Giovanni».

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