Si entra in Sala Alessi, di per sé finemente decorata, e ci si trova davanti a una grande parete, un'«architettura scultorea» a forma di onda. A sinistra è esposto il «San Giuseppe falegname», a destra «L'adorazione dei pastori». Quello scelto da Elisabetta Greci per questa mostra-evento è un allestimento originale e funzionale: a differenza delle passate edizioni, dove era solo uno il capolavoro esposto a Palazzo Marino, questa volta i dipinti sono due. Ecco allora la scelta di un'architettura mossa, a forma di delicata onda, intonacata con calce e argilla e sovrastante una pavimentazione di legno: c'è un'atmosfera quasi sospesa, in questa scultura che accoglie in sé i due quadri e determina un percorso di visita fluido. «L'idea nasce da una serie di spunti concettuali che rimandano alla classica iconografia della Natività, incentrata sulla povertà, ma anche alla umile semplicità e all'intimismo delle due scene ritratte da de La Tour - spiega Elisabetta Greci -: abbiamo scelto di intonacare la parete curvilinea con materiali naturali, come la terra di Siena. Sono state alcune esperte decoratrici fiorentine a realizzare l'opera, che viene messa in rilievo dal pavimento in quercia antica, ricavato da travi di recupero del Settecento e dell'Ottocento». I materiali utilizzati servono a rievocare l'atmosfera familiare suggerita dal pittore francese. Nessuna scelta decorativa: «Sarebbe stata fuori luogo in una sala, come quella dove sono esposti i quadri, già di per sé molto ricca: abbiamo piuttosto cercato di evocare una neutra semplicità che esaltasse i due dipinti» spiega Elisabetta Greci. La scelta di un allestimento a onda, dove i due quadri si trovano su due lati diversi, ma entrambi in posizione laterale rispetto all'ingresso in sala, rende il percorso di visita non solo più fluido, ma anche più suggestivo, permettendo di sfruttare al meglio lo spazio a disposizione. «In questo modo, chiunque entra in mostra è obbligato a compiere un percorso in due sensi: si può avvicinare prima all'Adorazione e poi al San Giuseppe, oppure muoversi in senso opposto. Questo facilita la possibilità di fermarsi maggiormente davanti a quadri che ogni volta stupiscono per i loro dettagli. Il progetto rispecchia poi varie esigenze funzionali, prima di ogni altra quella di tenere separate le opere, pur conferendo loro pari dignità di location, così da consentirne la migliore visuale e agevolare la spiegazione per le visite guidate» conclude Elisabetta Greci.
Non è casuale nemmeno la scelta di affidare la comunicazione sui contenuti scientifici e didattici della mostra a una serie di schermi collocati all'interno di lunghi e bassi parallelepipedi per renderli visibili a tutti: adulti, bambini e anche diversamente abili. Tre i video in mostra, indispensabili supporti multimediali pensati per il pubblico di tutte le età: nel primo cortometraggio, firmato da Claudio Noce (David di Donatello e Nastro d'Argento nel 2005), il protagonista, Michele (interpretato dall'attore Michele Alaique) compie una vera e propria investigazione sulla vita di George de La Tour. Citando i pochi documenti che sono giunti fino a noi e soprattutto recandosi sui luoghi dove visse l'artista, ossia a Lunéville, piccolo borgo della Lorena francese, viene ricostruita la biografia di de La Tour. Nel secondo filmato, nato da un'idea di Valeria Merlini, curatrice della mostra, è rappresentato in modo fresco e moderno il «presepe» evocato da de La Tour. Pensato invece per i più piccoli è il video «Illuminante...
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