MVedere arrivare i cinque big uno dietro laltro e poi, dopo una ventina di secondi, un certo Valentino Rossi, ha messo onestamente un po di tristezza a chi era abituato a veder lottare il Dottore in ben altri testa a testa. Tornare al Mugello un anno dopo lincidente per finire nelle retrovie, non devessere stata per il fenomeno delle moto una gran bella esperienza. La sua gente, è vero, lha acclamato e lha coccolato come se in pista ci fosse solo lui. Ma quel vuoto tra quinto e sesto, quel silenzio di motori prima del suo passaggio, hanno dato alla giornata italiana del motomondiale un senso del tutto inedito.
Eppure proprio in questa sua nuova dimensione obbligata, Vale ha saputo dare ancora una grande immagine di sé, forse addirittura più apprezzabile di quella esibita vincendo gran premi su gran premi, mondiali su mondiali. Un Valentino che sfodera tutto il suo orgoglio per risalire da posizioni assurde come quella a cui laveva costretto la griglia di partenza, e che fa a sportellate per un sesto posto con piloti come Hector Barbera, o come lammaccato Pedrosa di questi tempi, come Edwards e Hayden, gente ormai da un pezzo in fase calante, ci ha dato lidea della professionalità di questo campione infinito, costretto a lottare con una moto che non riesce a soddisfarlo, ma incapace di rassegnarsi, di dire arrangiatevi, tanto io ho già dato e avuto tutto dal motociclismo.
Un Rossi così forse è ancora più campione di prima. Un Valentino così si merita veramente tutto il tifo del Mugello e dellItalia incollata alla Tv.
Onore a Vale, campione nelle sconfitte
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.