La polemica sul cosiddetto mese corto, il calendario dei lavori parlamentari che prevede la chiusura della Camera per una settimana al mese, è scoppiata nei giorni scorsi, quando «Europa», il quotidiano della Margherita, ha bacchettato Fausto Bertinotti, lautore della proposta che porterebbe i deputati a essere presenti a Montecitorio poco più di dieci giorni al mese. Lidea, almeno ufficialmente, era di favorire i deputati eletti allestero, che avrebbero la possibilità di tornare con regolarità nei Paesi di provenienza. Mercoledì scorso il giornale dei Dl ha pubblicato un commento in prima pagina che mette in evidenza che il mese corto rischia di essere percepito dallopionione pubblica come lennesimo privilegio di una categoria, quella dei politici, che ha già molti problemi di credibilità nel Paese. «Provenendo da Bertinotti - ha scritto il corsivista Robin - la proposta non sarà certo connotata come un premio alla casta dei politici. Però, forse, di questi tempi, lidea che Montecitorio lavori solo tre settimane al mese... Insomma, non sarà accolta tanto bene».
Ma il giorno dopo, a dispetto di «Europa» e del «Giornale» che ha raccolto il dissenso totale rispetto alla proposta dellex presidente del Senato Marcello Pera («è solo una manovra per salvare Prodi», ha detto), i senatori eletti allestero hanno sollecitato il mese corto anche a Palazzo Madama.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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