RomaÈ dispiaciuto, Ignazio La Russa. Fa di nuovo «ammenda», per le espressioni da «tono comiziale» rivolte a Laura Boldrini, portavoce italiana dellUnhcr, visto che «gli organismi internazionali, anche se in errore, vanno sempre rispettati». Ma al di là del bon ton, «nessuna marcia indietro», non cambia di un millimetro, nella sostanza, la posizione del ministro della Difesa. Pronto al rilancio: il governo è «compatto» nel dire che lAlto commissariato Onu per i rifugiati «sbaglia nel ritenere non adeguato il comportamento dellItalia e dei suoi marinai, che non hanno mai usato la forza, nei riaccompagnamenti» dei clandestini verso i porti libici. E poi, se vogliamo dirla tutta, i respingimenti sono «molto più umani» di altre soluzioni: «È meglio intercettare gli immigrati vicino alle coste della Libia, piuttosto che farli viaggiare, chiuderli nei centri di identificazione e rinviarli poi di nuovo indietro».
Questione chiusa? Polemiche archiviate, pure «ingiustificate» per Roberto Maroni? Neanche per sogno. Passa unoretta e da Ginevra, in tarda mattinata, arriva la dura presa di posizione dellAlto commissario delle Nazioni Unite, dinanzi ai commenti «negativi e infondati» rivolti «da un esponente del governo». Per Antonio Guterres, si tratta di «attacchi immotivati e personali, inaccettabili, che non mutano e non muteranno limpegno dellUnhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria». E ancora: lagenzia Onu «ha una responsabilità globale nella protezione dei diritti dei rifugiati» e per questo «continueremo a esercitare questo mandato in Europa, così come facciamo in altre parti del mondo». Inoltre, «il mio rappresentante e la mia portavoce in Italia, Laurens Jolles e Laura Boldrini, godono della mia piena fiducia».
Lo scontro ormai è sotto gli occhi di tutti. La Boldrini, che ribadisce di «non volere fare commenti», ricorda che «lUnhcr si è mantenuto sempre al di fuori delle polemiche». Anche se, sottolinea, «il problema dei respingimenti rimane». Ovvero, «il nodo da sciogliere resta». Prova un po a sgonfiare la querelle Franco Frattini, secondo cui la «battuta» di La Russa (lUnhcr «non conta un fico secco») «andava evitata». Ma allo stesso tempo, riferiva ieri al Giornale, la Boldrini «ha sbagliato tutto, visto che è in sede di Consiglio europeo che semmai si discute la questione». Per il ministro degli Esteri, secondo il quale «nessuna istituzione può indicare il nostro Paese come razzista o xenofobo», il «caso La Russa» «non si è mai aperto». «Lui ha chiarito molto bene - aggiunge il capo della Farnesina - che non si tratta di una questione personale, ma di dissenso sostanziale e politico». Detto questo, «nei prossimi giorni cominceranno i pattugliamenti congiunti» tra Italia e Libia. Intanto, però, «sosterremo con forza il riconoscimento» dellufficio dellAlto commissariato presso il Paese africano, che manca di «accreditamento formale». E «chiederemo a Tripoli che lOrganizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) metta in campo con fondi Ue programmi di rimpatrio immigrati verso i loro Paesi di provenienza». Inoltre, sul nodo identificazione, «la nostra proposta è che avvenga su una nave in alto mare».
Nel frattempo, Maroni tenta di sedare gli animi. «Vorrei che questa polemica, incomprensibile, terminasse», perché «innalzare i toni - rimarca il responsabile del Viminale - potrebbe pregiudicare il buon lavoro che abbiamo fatto in questi dieci mesi». E poi, ricorda, il ruolo dellUnhcr è «fondamentale». Sì, «a volte il ministero degli Interni ha valutazioni diverse sui respingimenti con lorganizzazione dellOnu, ma rispettiamo le opinioni di tutti - assicura - perché ritengo non sia utile tenere toni di questo tipo».
Dal canto suo, Andrea Ronchi si schiera al fianco di La Russa. «Non comprendo perché dellItalia si voglia dare unimmagine strumentale, demagogica e assolutamente falsa», afferma a Montecitorio il ministro per le Politiche Ue, che invita «lOnu e chi ha parlato di razzismo a fare meno demagogia».
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