Opa Premafin: «Con Groupama cambia il controllo»

Tutto ruota intorno a una parola (e a un concetto): «concerto». La Consob ritiene che tra il gruppo assicurativo francese Groupama, intenzionato a entrare nel capitale della Premafin, e il gruppo Ligresti, che oggi controlla la stessa Premafin, ci sia un’unità di intenti tale da far ravvisare «una modificazione sostanziale nell’assetto di controllo di Premafin» (che a sua volta controlla, come principale asset, la compagnia Fondiaria-Sai). E il patto sottoscritto tra i due soggetti non è una semplice modificazione dei patti precedenti, ma è ritenuto l’espressione di una volontà nuova, finalizzata appunto a una diversa governance («non sostituisce il patto parasociale preesistente grazie al quale il gruppo Ligresti controlla Premafin, ma è a tutti gli effetti un nuovo patto che a quello si affianca»).
É per questo, in estrema sintesi, che la Consob guidata da Giueppe Vegas, ha disposto l’obbligo di Opa totalitaria su Premafin «a carico dei soggetti che hanno sottoscritto gli accordi del 29 ottobre e del 22 novembre 2010», e quindi a carico di Groupama e Ligresti. L’operazione - alla quale si aggiunge l’obbligo «a cascata» su FonSai - deve avvenire in solido tra i due soggetti, nel senso che non ha rilievo se l’Opa venga lanciata da entrambi o da uno soltanto.
Le otto pagine del documento contenente le motivazioni della Consob sono state diffuse ieri sera da Groupama, il soggetto «entrante» che aveva presentato i quesiti alla Commissione. Poche le righe di accompagnamento: «Il gruppo (Groupama, ndr) procederà nei giorni a venire all’analisi di tali motivi, delle loro implicazioni e delle opzioni aperte per il gruppo». Niente di più. L’obbligo di Opa del resto non si accompagna ad alcun vincolo temporale. Domani i titoli dovrebbero essere riammessi alle contrattazioni di Borsa; deciderà Borsa italiana, ma, allo stato delle cose, non dovrebbe esserci nulla in contrario, avendo Groupama ottemperato alle richieste di trasparenza verso il mercato.
Tra le varie argomentazioni elaborate dalla Consob a sostegno della «modifica rilevante del controllo», anche la presenza di Vicent Bolloré, legato all’azionariato di Groupama, nel capitale Premafin con un 5%, e la presenta di Jean Azéma, direttore generale di Groupama, nel cda del gruppo Bolloré. Inoltre, rileva la Consob, manca nei patti l’indicazione esplicita della volontà «di mantenere il controllo in capo ai soggetti che attualmente lo detengono»; è previsto il divieto per i Ligresti di cedere azioni Premafin, ma parallelamente non è posto divieto all’incremento delle quote da parte dei francesi; non c’è limite alla possibilità che Groupama eserciti un ruolo più significativo rispetto a quello prevedibile dalla sua posizione minoritaria; del resto la stessa società francese ha espresso, tra le finalità dell’operazione, l’acquisizione di «una posizione favorevole» in previsione dell’evoluzione futura dal gruppo Premafin.

Peraltro, la clausola che impedisce per due anni la cessione di quote FonSai da parte di Premafin, appare finalizzata a permettere a Groupama «di poter beneficiare del valore generato dall’auspicato incremento della redditività di Fondiaria». Quanto a Fonsai, nell’aumento Groupama potrà acquistare fino al 5%; sopra, scatterà l’Opa.

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