Open di Portogallo femminile

Con Stefania Croce leader a 18 buche dal termine nell'Open del Portogallo e con Sophie Sandolo subito dietro a tallonare e Veronica Zorzi ottima decima in classifica, domenica scorsa sembrava essere il giorno della valanga rosa in salsa golfistica. E invece, come i tifosi della Nazionale di calcio, anche quelli del green si sono dovuti arrendere ai risultati: alla fine della giostra, la Croce infatti crollava sotto i colpi delle inseguitrici, la Zorzi si accontentava dell’undicedima posizione, mentre la sola Sandolo rientrava nelle top ten con un valido quinto posto. Insomma, cosa è successo in Portogallo, ce lo spiega Isabella Maconi, oggi responsabile in Fig del settore tecnico professionistico femminile e fino a ieri giocatrice del Tour europeo con oltre duecento Open all'attivo: «Per quanto riguarda Stefania, probabilmente ha avuto un cedimento psicologico, certamente non tecnico. Sono troppi anni che è a secco di vittorie e dunque non è più abituata al vertice. In questi casi la pressione diventa quasi insostenibile».
La Sandolo invece sembra finalmente aver recuperato dall’infortunio: «Decisamente sì: mi ha fatto un enorme piacere sentire che non ha più dolori fisici. Ora, non avendo la carta per il Tour, sta giocando grazie a delle wild card, ma ha già segnato due top ten. Come al solito è molto determinata e, grazie ad Adriano Mori, ha finalmente sistemato lo swing. Nell’ultimo giro in Portogallo, purtroppo, ha marcato tre volte tre putt. Ecco: lei stessa mi ha ripetuto che ora deve lavorare molto su quello».
Chi invece non ha segnato i progressi che ci si aspettava è la giovane Anna Rossi. Come mai? «Ha avuto un'involuzione tecnica dovuta al cambio di allenatore. L'ho visionata qualche settimana fa a Losone, in Svizzera, durante il Deutsche Bank Open: è tenace, pronta al sacrificio, ma deve ancora migliorare lo swing».
Veniamo a Diana Luna: ha ripreso a giocare dopo la maternità? «È dai primi di giugno che si sta nuovamente allenando. Sicuramente rientrerà il 29 luglio al Royal Birkdale per il British Open, grazie all'invito che straordinariamente la LGU le ha messo a disposizione. A dire la verità, sta anche aspettando una risposta dagli organizzatori dell'Evian Masters: se le concederanno una wild card, allora potrebbe tornare sul circuito anche una settimana prima».
Da molti anni in Italia non esiste un adeguato ricambio tra le professioniste. Come mai? «In generale alle dilettanti azzurre sembrano mancare le giuste motivazioni per passare sul Tour. Quella sul circuito europeo è certamente una vita complessa e le italiane sembrano preferirle invece un’esistenza più normale, fatta di studio, di matrimonio e di figli».

E a lei, che si è ritirata dall'attività agonistica lo scorso inverno, manca quel tipo di vita? «Sicuramente non sento la mancanza dei viaggi, degli aeroporti e della valigia. Però, in tutta sincerità, dopo diciassette anni di Tour, arrivare a Losone in occasione del Deutsche Bank Open e non giocare il torneo, beh, si, mi ha fatto un certo effetto».

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